Parliamo di… seduzione. Che è cosa ben diversa dall’amore. Almeno in apparenza. Perché, poi, le due, sovente si intrecciano, confondono. Contaminano. E la seduzione può trasformarsi in amore… mentre quello che, a tutta prima, si credeva amore, si rivela, poi, solo gioco, sfida, prova di forza ed esercizio di potere. Ovvero… seduzione.
Perché questo è, alla fin fine, la seduzione. Una prova di forza. Anzi, un confronto tra forze diverse. Fra loro p… polari.
E qui verrebbe da tirare fuori la dottrina cinese dello Yin e dello Yang, il bianco e il nero che compongono il Tao. O disquisire sul Kamasutra e il Kamashastra, i famosi manuali erotici, sempre cinesi, che poi tutto sono meno che manuali di erotismo, e di tutto parlano e insegnano, tranne posizioni e giochetti sessuali ad uso di casalinghe frustrate e di commendatori in fuga con giovani segretarie in motel di periferia…
O, forse, sarebbe ancora più ovvio tornre a Ovidio. All’Ars Amatoria, dove, nella prima parte, descrive come si seducono le donne. E, poi, nel Terzo Libro, insegna alle Donne come difendersi. Prendendosi gioco dei seduttori…. ludus et lusus, gioco e scherzo, che (forse) costò caro al grande poeta di Sulmona….
Tema, poi, ripreso e rivisitato, con l’usuale, irridente, frenesia di temi e linguaggio da F. T. Marinetti, in “Come seducono le donne”…
E, poi, ci sarebbe il D’Annunzio, penserà ora qualcuno… quello de “Il piacere” e di altri romanzi, senza dimenticare la poesia, in primis “Poema Paradisiaco”….
Però, vedete, proprio D’Annunzio rappresenta la seduzione in modo …. diverso. O meglio permette di cogliere di tale… gioco, aspetti che, in genere restano in ombra.
Perché, a partire da Andrea Sperelli de “Il piacere”, gli eroi (ben strani eroi) d’annunziani credono di sedurre…
Ma vengono, in realtà, sedotti….
E qui mi viene in mente una citazione, che rabbercio in modo approssimativo. Frugando nella memoria.
“L’uomo crede di sedurre, ma, in realtà è sempre lui il sedotto. Quando entra nell’aura che circonda la Donna, è come il ferro che viene attratto dal magnete…” Più o meno così… il senso è questo…
È una frase da “Metafisica del sesso”. Di Julius Evola. Proprio lui, il Barone Nero. Che la vulgata (fondata sulla più totale ignoranza dell’opera) vorrebbe reazionario, razzista, maschilista… Eppure, qui, coglie perfettamente cosa veramente sia il ludus. Il gioco che chiamiamo seduzione. Dove il ferro, duro e freddo, viene imprigionato dall’aura misteriosa del magnete.
Da una magia più possente di ogni strategia, di ogni calcolo della ragione. Algida, e spietata. Ma solo in apparenza forza. Perché la vera forza risiede altrove. Nell’oscurità, calda e profonda, del Femminino. Il mistero di cui la Donna è perenne incarnazione. Se vogliamo le manifestazioni della Luna. Ishtar, Artemide, Diana…che sono, al contempo, caste e seduttrici. Madri e Vergini. E la parola latina Virgo ha la stessa radice, Vir, di quella usata per indicare la forza. E la virilità maschile.
L’uomo crede di sedurre. In realtà è sempre sedotto. Gli “eroi” di D’annunzio lo dimostrano. Sempre e comunque, in qualche modo… vinti. Dal potere della Donna. Potere con il quale credono di giocare, dal quale pensano di trarre divertimenti e piacere. Compiaciuti dei loro trofei…. la versione colta e letteraria di quelli che si vantano al bar con gli amici di essersi fatti questa o quella…. solo che la vanità di tale compiacimento in D’Annunzio è sempre motore del tragico. Il destino dell’uomo. Che si illude di dominare. Ma che, alla fine, deve sempre riconoscere di essere stato dominato. E conquistato. Come il Valmont de “Le relazioni pericolose”. Il freddo calcolo che deve cedere alla passione. Come il ferro al magnete.