Il presidente di Save the Children Italia, Claudio Tesauro, lancia un allarme “In Italia, la dispersione scolastica implicita, cioè il mancato raggiungimento del livello minimo di competenze a 15 anni, riguarda quasi la metà degli studenti (45% in italiano, 51% in matematica)”.
“Un’incapacità dei ragazzi di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto è un dramma, non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democratica di un paese”. In Sicilia, Campania, Calabria in media ogni due ragazzi con occupazione ce ne sono altri tre che sono disoccupati o inoccupati che non studiano e non fanno alcun corso di formazione. I Neet, ovvero i giovani senza formazione e impiego, hanno superato i coetanei con un lavoro.
Un problema educativo a cui si aggiunge quello dell’ingresso nel mondo del lavoro, con la fascia tra i 15 e i 29 anni che in sei regioni italiane vede i Neet, ossia i giovani fuori da qualunque percorso lavorativo o di formazione, superare i coetanei attivi. Sicuramente una situazione educativa peggiorata dalla pandemia.
L’Italia, che dopo il Covid si è ritrovata altri 200.000 bambini in povertà – sottolinea Save the Children – è uno dei paesi europei più “ingiusti” nei confronti delle nuove generazioni.
C’è da augurarsi che con il piano nazionale di ripresa e resilienza si investano ingenti somme di denaro per migliorare l’istruzione e le opportunità di formazione per i giovani, per ridurre le diseguaglianze territoriali e di genere, per sviluppare competenze utili sul mondo del lavoro. Un esempio potrebbe essere la riforma e i fondi stanziati per potenziare gli istituti tecnici superiori, per gli interventi di ristrutturazione delle scuole, per gli incentivi alle ragazze che studiano materie scientifiche e tecnologiche.