La totale e trasversale inconsistenza dei politici in questo periodo artificiosamente prolungato di pandemenzia permette a Conte di vincere facile, assieme ai suoi ineffabili cacciatori di contagiati e al supporto della più vergognosa sudditanza di gran parte delle redazioni di propaganda.
Come disse Ennio Flaiano: “La situazione politica è grave ma non seria”.
Ho detto inconsistenza trasversale perché se non c’è spessore ideologico a sinistra, anche a destra non è che la cultura politica delle opposizioni possa sfoggiare grandi elaboratori di pensiero. E questa condizione di inconsistenza si manifesta nelle rispettive analisi di eventi in corso.
C’è Gad Lerner, con quella faccia un po’ così e quel sorriso un po’ così, che denuncia il pericolo fascista nelle manifestazioni popolari, e poi viene sputtanato dalla realtà degli arresti e delle denunce. C’è la Boldrini, che invoca scioglimenti di organizzazioni di destra mentre le sue risorse di sinistra assaltano negozi e devastano l’arredo urbano.
C’è Spataro che emette la sentenza di condanna senza neanche prendere in considerazione le prove a discapito degli imputati. C’è l’aperturista portuale Lamorgese che non si oppone agli sbarchi neanche quando un suo accolto passa da Lampedusa e si dedica alle decapitazioni a Nizza. C’è Carofiglio che cortocircuita la realtà e denuncia infiltrazioni destro-naziste nelle proteste popolari.
C’è il democratico De Pierro di Napoli che vuole entrare nella storia imitando un illustre predecessore come Bava Beccaris. C’è l’ineffabile Scanzi che mentre grugnisce con i popcorn ammorbiditi dall’usuale dosaggio alcolico gode nel vedere gli italiani morire come mosche. C’è il misero Mentana che chiede la condanna della giornalista che ha filmato gli ospedali vuoti denunciando le menzogne di regime.
Questi alcuni degli innumerevoli esentati dal sentimento di vergogna.
Poi ci sono, almeno due, millantatori di credito oppositivo.
C’è il felpato – non in senso di passo – padano, che con un contorsionismo degno del più agile anellide, rivendica sovranismi, poi si sgancia dalla Le Pen, fa un selfie con un tassista del Qatar, poi rivendica la difesa della cristianità, poi confonde il mondo islamico come se fosse una melassa teologica, poi è disponibile ad una nuova clausura purché il satrapo di Volturara Appula gli chieda il suo inutile parere.
C’è la Evita Peron bonsai della Garbatella, la quale nell’aula inutile e famosa “ha saputo riassumere bene” la scarsezza del governo “irritando moltissimo”: un effetto medusa che tutti immaginano abbia trasmesso un brivido di terrore alla sinarchia al potere. Però, un giorno, ha avuto uno scatto di orgoglio dichiarando: “Faremo le barricate”; quello dopo ha stigmatizzato le rivolte di piazza. Fulgido esempio di italianesimo del già citato Flaiano: “Vogliono fare le barricate ma con i mobili degli altri”; sicuramente pronta a presentarsi a fine tumulti avvolta nel tricolore come la celebre Marianna gallica.
Insomma, c’è un condivisa assenza nei governativi e negli oppositori: la vergogna. L’oscenità di mentire, di nascondere, di manipolare, di smentirsi, di contraddirsi, di tramare, di tradire. Il tutto senza provare quell’orrore di se stessi descritto dal grande Ettore Petrolini per il famoso Gastone: figura simbolica del politicume imperante.
1 commento
Per favore scurite il colore dei caratteri. È troppo chiaro, è veramente faticoso leggere i Vs articoli per me e .presumo, per chi ha problemi di vista. Grazie.