Fra i costruttori di pipe della Scuola Pesarese due sono i marchi che si sono ritagliati negli anni uno spazio di rilievo: Ser Jacopo della Gemma e Il Ceppo.
Con alle spalle studi di arte applicata e forte di una gran passione per la pipa, che fumava già all’età di sedici anni, Giancarlo Guidi si fece le ossa prima in diverse manifatture della provincia di Varese e poi a Castefidardo presso gli stabilimenti del marchio Non Canta la Raganella. Nel 1971 diversi fumatori di pipa facoltosi e intraprendenti pensarono a un nuovo tipo di manifattura italiana di qualità. Cercarono uno specialista, trovarono Giancarlo Guidi e diedero vita all’azienda Mastro de Paja. Nel 1981 Guidi decise di abbandonare la Mastro de Paja e di ricominciare da capo. Forte dell’esperienza maturata, due anni dopo diede vita ad una azienda tutta sua che chiamò “Ser Jacopo della Gemma” o, più semplicemente, Ser Jacopo.
Il successo fu pressoché immediato. Guidi radunò un buon numero di creatori di pipe che si contraddistinsero per la qualità e il pregio dei pezzi prodotti. Caratteristiche che sono sopravvissute fino ad oggi nonostante la scomparsa del patron dell’azienda avvenuta nel 2012. A proseguire la sua azione è sopravvenuto Maurizio Fraternale, che di Guidi era stato prima fornitore e poi socio.
Il motto inciso su tutte le pipe Ser Jacopo è Per Aspera ad Astra, che non è, come molti pensano, un motto fascista, bensì una frase che compare in numerosi scudi araldici nobiliari. Un modo per esprimere le difficoltà che è necessario affrontare per raggiungere la massima qualità nella produzione. Una qualità che, almeno inizialmente, si poteva acquistare anche a prezzi molto interessanti. Oggi, chi volesse, potrebbe acquistare una Ser Jacopo spendendo una cifra che varia dai 150 a 300 Euro, scegliendo tra le diverse linee di produzione dai nomi bizzarri che vanno da Iucunda a Delecta, Pulchra, Flatus, Imago, Melolontha, Cymatium, e altri ancora. Il costo di ogni singolo pezzo dipende dalla lavorazione e dalle dimensioni. Tuttavia ne vale la pena. Le forme non sono troppo bizzarre, ma originali; la radica è selezionata e garantisce una fumata dolce e corposa grazie a una lavorazione tenuta rigorosamente segreta; tutti i pezzi sono leggeri e ben equilibrati; i bocchini sono in metacrilato tenero e piuttosto sottili nella parte terminale, il che consente di tenere la pipa tra i denti senza sforzo. Insomma: vale la pena di investire qualche decina di Euro in più per entrare in possesso di una pipa di vera eccellenza.
Il Ceppo nasce, sempre a Pesaro, nel 1970. Nel ’78 Giorgio Imperatore acquistò il marchio e cominciò a promuoverlo in tutto il mondo fino al 1995, quando Franco Rossi – già collaboratore di Giancarlo Guidi della Ser Jacopo e di Bruno Sordini dello stabilimento Don Carlos – gli subentrò come proprietario.
Fin dall’inizio il punto di forza delle pipe Il Ceppo è stato il rapporto qualità prezzo. Con meno di 200 Euro l’appassionato potrà portarsi a casa una pipa che vanta lavorazioni accurate ed una resa eccellente. Come per tutti gli artigiani, la realizzazione di ogni pezzo è completamente manuale ad eccezione di quei passaggi per i quali è necessario avvalersi di macchinari specifici. La radica utilizzata viene fatta riposare almeno due anni e dalla manifattura non escono mai più di 1500 pezzi ogni anno, che vengono distribuiti in tutto il mondo e soprattutto sul mercato americano.
La mia prima pipa “seria” fu proprio una Il Ceppo. È rimasta mia inseparabile compagna sin dalla metà degli anni Settanta e non mi ha mai tradito. Ancora oggi è tra le mie preferite: buona, leggera, bellissima.