Mentre navigo su una pagina internet, mi appare la pubblicità che il Ministero della Salute ha lanciato per la campagna di sensibilizzazione al test HIV. https://youtu.be/DtnPt_fFcW8
Non servono parole per commentare, così come non sono servite che poche parole per questo spot.
“E Tu, quando l’hai fatto l’ultima volta?”
HIV. Un mostro ormai lontano, un nemico abbattuto ma sempre presente, quindi il messaggio è chiaro: guai ad abbassare la testa, ma neanche ….
Sí, perché come sostiene la pubblicità stessa “prima lo fate e meglio è”.
Mi interrogo, ma forse non c’è bisogno di porsi domande. Cerco di confrontarmi con qualche amico, per capire se è solo mia l’impressione di ridicolezza. A quanto pare sì, dato che secondo alcuni pareri in questo spot il doppio senso riesce a far sorridere, trasmettendo un messaggio utile con toni meno accademici, e come sottolinea qualcuno: “W la libertà di espressione! Basta con lo stigma che l’AIDS è solo per i froci”. Che poi detto da uno che ha appena votato a favore della legge ZAN è tutto un dire… Ah, la belle Gauche Caviar!
Avrei troppi punti da mettere in evidenza, che rimango basita. Comunque mi chiedo: lo scopo del messaggio? A chi è rivolto? Cosa dovrebbe insegnare o stimolare? Quali informazioni dà? Di che stiamo parlando? Differenze tra HIV e AIDS? Perché? Come? Dove? Quando? Quanto spesso? Chi? Per cosa? Contro cosa?
Un messaggio utile?!
Se almeno fosse stato timbrato Durex, avrebbe avuto più senso come strategia di marketing.
Ma non mi soffermo sulle questioni mediche, sanitarie su cui potrei aprire intere pagine di dibattito, rifletto sull’impatto sociale. Sulla cultura del messaggio.
Dove è il senso del sesso?
Dove il sesso con senso?
Ci penso e ci ripenso.
Sessualità. Sensualità.
Quando l’educazione sessuale di oggi è volta esclusivamente a descrivere l’anatomia e la fisiologia dell’apparato genitale, quando l’informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili si trasforma in un’opera di distribuzione di preservativi e gel lubrificanti, quando dalle lezioni di biologia vengono tagliati i capitoli sul sistema riproduttivo, quando l’orgasmo viene descritto solo per mezzo di una curva gaussiana, quando la prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili diventa un pretesto per ironizzare sul sesso, ecco che l’Amore muore.
Questa è l’Italia del doppio senso, dell’ironia che ironizza se stessa ma scredita i propri valori. Una donna incinta, una coppia omosessuale, una coppia di appena adolescenti, giovani che davanti ad una telecamera con sguardo malizioso sorridono confidando di “averlo già fatto”, non incitano a documentarsi o ad eseguire il test per l’HIV, semmai guardandoli scappa un mezzo sorriso, e non di certo di simpatia, bensì di vergogna, e nemmeno perché pudicamente non si voglia sentir parlare di tematiche legate al sesso, ma perché è il modo in cui se ne parla che dà valore.
I semi del nostro futuro nascono in questi pochi minuti, e da qui germoglia la nostra cultura.
Educazione. Cultura. Valori.
Per i bambini di ieri, per quelli di oggi, per quelli che verranno.
Educazione alla sensualità,
educazione al Senso,
il Senso per la sensualità,
la sensualità per la Vita.