Nel suo primo disco solista, uscito nel 1974, Paolo Conte incise accanto ad alcune canzoni che sarebbero diventate dei classici come Onda su Onda e La Fisarmonica di Stradella, anche un motivetto ormai dimenticato dal titolo Tua Cugina Prima (tutti a Venezia). Nel testo lui dice a lei: “Vieni, facciamo ancora un’altra foto col colombo in man […] Sarai contenta quando poi, tua cugina lo vedrà che a Venezia siamo stati anche noi”. Era una divertente parodia di quei milioni di persone che invadono Venezia solo per poter raccontare di esserci stati almeno una volta nella vita.
Ma per visitare bene una città sarebbe utile prendersi il tempo necessario e magari avere la fortuna di essere in compagnia di qualcuno che quella città la conosce bene. E poche località come Venezia avrebbero bisogno di una guida di tal genere: qualcuno che ci sappia accompagnare nei tanti luoghi segreti e straordinari che proprio la città lagunare nasconde a pochi passi dalle zone più frequentate.
Ma considerato che pochi possono avere la fortuna di conoscere un veneziano doc che sia disposto ad accompagnarci in una visita veloce ma approfondita, ci si può affidare ad una guida cartacea.
In commercio se ne trovano parecchie. Ma una, in particolare, ci sentiamo di consigliare al viaggiatore curioso che non sia soltanto un collezionista di souvenir.
Si tratta del delizioso “Sette Giorni a Venezia” di Gianmaria Donà Dalle Rose, recentemente ristampato dalle edizioni Settecolori (pp. 215, €16,00).
Sin dal sottotitolo che recita “una flânerie artistica tra sestieri, bacari e campielli”, ci si rende conto di non avere tra le mani la solita guida turistica. L’autore, di nobile famiglia veneziana che può vantare tra i suoi antenati almeno tre dogi, ci prende per mano e ci accompagna in una serie di passeggiate che non solo si tengono lontano dagli itinerari intasati da turisti distratti, da scolaresche concentrate sui propri telefonini, da stranieri che hanno acquistato il pacchetto turistico “tutta l’Italia in cinque giorni” e così via. Egli ci porta invece a vedere i suoi posti del cuore, i luoghi sconosciuti ai più che però offrono al visitatore tesori inestimabili. Ci imbattiamo così nelle case in cui vissero Petrarca, Foscolo, Ezra Pound e Stravinskij, nell’albergo in cui morì Wagner e nella Casina Rossa dove D’Annunzio scrisse Notturno e nella quale visse la sua storia d’amore con Eleonora Duse; nelle chiese e nei musei che custodiscono capolavori artistici straordinari; nelle aree meno frequentate ma ricche di cultura e di storia; ma anche nei “bacari”, cioè nelle osterie, e nei piccoli ristoranti, nei quali ci si può imbattere nei pochi residenti superstiti, che offrono cibi e bevande degne di essere assaporate con calma e lontano dalla confusione.
L’autore tralascia, per motivi di spazio e per non sforare i tempi indicati nel titolo, alcune visite che sarebbero indispensabili: non si fa cenno, per esempio, ai percorsi segreti di Palazzo Ducale che si concludono in una saletta in cui sono custodite le Visioni dell’Aldilà di Hieronymus Bosch, unici dipinti del grande fiammingo custoditi in Italia; oppure al museo Querini Stampalia in campo Santa Maria Formosa. Ma tant’è, non si può avere tutto e, soprattutto, non si può visitare tutto.
Rimane che, se avete voglia e pazienza di visitare Venezia, questo libricino vi sarà di grandissimo aiuto. E se non ci andrete, avrete almeno percorso con la mente un luogo che tutto il mondo ci invidia. E avrete letto un libro così bello che, arrivati all’ultima pagina, vi verrà voglia di ricominciare da capo.
1 commento
Interesante articolo