“Se io vo, chi rimane? Se io rimango, chi va?”. No, questa volta non si tratta di Dante né di una ambasceria al Papa. Ma della presenza nel governo dell’ammucchiata di quei partiti che vengono palesemente presi in giro da Sua Mediocrità. Il potere logora chi non ce l’ha, assicurava Andreotti. Ma alcuni partiti che sostengono il governo, questo potere non ce l’hanno e, di conseguenza, sono loro stessi a logorarsi.
“Bisogna cambiare la giustizia”, assicuravano, soprattutto dal centrodestra. Ed è arrivata una riforma che non riforma assolutamente nulla. I cittadini, quelli che non si sono ancora trasformati in schiavi, lo hanno capito e sono profondamente delusi dai propri eletti. E chi ha votato a destra anche per fermare l’arrivo incontrastato dei migranti non può non essere deluso dalla presenza dei propri eletti in un governo che ha fatto moltiplicare gli sbarchi dei clandestini.
Altri, invece, non capiranno perché hanno votato chi si batteva per il superbonus in edilizia ed ora si ritrovano i propri rappresentanti impegnati a sostenere un governo che non rifinanzia il superbonus perché i soldi servono per la guerra di Biden e Zelensky.
È evidente che a Sua Mediocrità va bene così. Più i partiti che lo sostengono vengono sputtanati, umiliati, presi in giro, e meno conteranno, meno incideranno. Perderanno consensi e la situazione dopo le elezioni del prossimo anno potrebbe essere tale da portare ad un reincarico a Sua Mediocrità in attesa che il suo servilismo atlantista gli garantisca un ruolo ai vertici della Nato. Aspettando, Draghi favorisce in ogni modo il Pd perché lo considera il partito più allineato ai voleri di Washington.
Un favoritismo che potrebbe diventare rischioso. Perché è vero che le poltrone facilitano la tenuta del governo. Ma è altrettanto vero che i partiti, prima o poi, devono ripresentarsi all’esame del voto. E per il centrodestra diventa difficile giustificare anche la farsa per portare alla cittadinanza italiana chi per 5 anni ha bivaccato a scuola con la consapevolezza di non poter essere bocciato. Per tutti, tranne che per il Pd, è difficile ripresentarsi agli elettori spiegando che gli interventi sulla casa non sono stati fatti perché Zelensky voleva proseguire la guerra.
Potrebbero esserci buone ragioni per salutare la compagnia. Perché, in fondo, questi signori sono strapagati per tutelare gli interessi degli italiani. Non per difendere gli interessi delle multinazionali statunitensi, per favorire l’ingresso di clandestini che ingrossano le file della mafia nigeriana. Sua Mediocrità ha assicurato che non guiderebbe un governo con una diversa maggioranza. È l’ora di metterlo alla prova e staccare la spina. Oppure di rassegnarsi a sparire o a diventare irrilevanti. L’avviso di sfratto è arrivato con i ballottaggi. Forse qualcuno non lo ha capito.