“Senza forza militare, andremo avanti con la cultura”. Era il settembre 1945 ed il Giappone era appena stato massacrato dalle bombe atomiche statunitensi. Quelle buone e che fanno bene alla pelle. Di fronte alla disfatta bellica il ministro dell’educazione giapponese indicava immediatamente la via per la rinascita del Paese. Cultura significava libertà dalle minacce e dalle imposizioni dell’occupante yankee. Il Giappone ripartì dalla cultura e divenne la seconda potenza economica mondiale, prima di essere superato dalla Cina.
E dalla cultura chiedono di ripartire Vittorio Sgarbi e Francesco Giubilei che rivolgono un accorato, ed intelligente, appello al centrodestra che si appresta a vincere le elezioni di settembre. Il problema non è il contenuto dell’appello, pienamente condivisibile, ma i destinatari. A chi si rivolgono i leader di Rinascimento italiano e di Nazione Futura? Al cognato della Pina che non ha mai offerto un briciolo di illusione sul suo ruolo culturale? Alla Borgonzoni che non ha tempo per sfogliare un libro? A Crosetto che non sacrificherebbe mai un business per tutelare l’ambiente ed il paesaggio culturale? Alla fata turchina che controlla Berlusconi ma certo non le sue letture?
Hanno ragione, Sgarbi e Giubilei, a provare a contrastare l’egemonia culturale di una sinistra che l’ha sfruttata esclusivamente per piazzare i propri esponenti in tutti i centri di controllo della cultura italiana senza, però, fare alcunché per la cultura. Gestione del business e basta. Mantenimento delle proprie associazioni con la complicità, ottusa, di assessori regionali del centrodestra privi di qualsiasi competenza e sensibilità.
Dunque è arrivato il momento di cambiare direzione. Radicalmente. Peccato che manchino le competenze. Quelle politiche, non quelle culturali. Ma politici ignoranti ed ottusi hanno paura di favorire le competenze della propria area poiché temono di venir scavalcati, di non poter controllare ciò che non conoscono.
E poi, con il nuovo corso atlantista, la cultura diventa totalmente inutile. Fast food e pizza con l’ananas, musica yankee e cancel culture. Basta con le cattedrali, con il Barocco, con il Rinascimento. Basta con il Futurismo, tanto arriverà un senatore a vita a pretendere di distruggere quadri e sculture per dimostrare di aver rinnegato il passato. E un altro intellettuale illuminato pretenderà l’abbattimento dell’Eur e del Foro Italico. In attesa di cancellare qualche Parco nazionale creato in epoca sospetta. Compreso quello del Gran Paradiso, precedente alla Marcia su Roma ma chiaramente sabaudo. Distruggere! Bisogna dimostrare di non guardare al passato. E neanche ad un futuro di libertà. Biden e Zelensky non vogliono..