Dal 1941 in Italia, la gestione dei diritti d’autore è gestita in totale monopolio da parte della SIAE, la Società Italiana Autori ed Editori. Si tratta di un ente di diritto pubblico che non si occupa soltanto di tutelare gli autori, siano essi letterati o musicisti, ma anche (per non dire soprattutto) di raccogliere da chiunque esegua brani musicali degli iscritti i fondi da redistribuire ai legittimi proprietari intellettuali
Se la cosa finisse qui, sarebbe tutto normale. Ma non è così. Infatti la Società, che opera sul territorio tramite agenti che agiscono in proprio e che si autofinanziano grazie alle provvigioni su quanto incassano, hanno il potere di comminare multe salatissime a chi non si mette in regola.
Se per esempio, non dico un locale, ma un cittadino qualunque decide di trasmettere musica nel proprio giardino in occasione di una festa privata, è obbligato a pagare i diritti alla SIAE. E se non lo fa viene costretto a pagare cifre esorbitanti. Lo stesso accade se, per esempio un bar, decide di tenere un pianoforte all’interno dei propri locali. Se non paga rischia un salasso. E non basta. Vi siate mai chiesti perché i biliardi siano scomparsi dai locali pubblici? Il motivo è semplice: visto che la SIAE considera il biliardo un “gioco spettacolo”, obbliga chi decide di tenerlo a pagare una gabella annua. Il tutto nella più completa legalità.
Ma le cose stanno cambiando. Con la “direttiva Barnier” del 2014, l’Europa ha imposto all’Italia di uniformarsi agli altri paesi europei per ciò che riguarda le regole sulla raccolta e la gestione dei diritti d’autore. Lo scopo è quello di consentire agli artisti di scegliere a quale operatore affidare i propri interessi. Sull’argomento è intervenuta anche l’Antitrust, ma il Governo Italiano tarda a mettersi in regola, rischiando persino una procedura di infrazione da parte dell’UE.
È pur vero che nella legge finanziaria dello scorso dicembre sono stati inseriti dei correttivi, ma questi ultimi sono stati ritenuti del tutto insufficienti.
Ma finché a chiedere una modifica della situazione italiana erano alcuni artisti, tra i quali spiccava il cantante rap Fedez, sembrava che si potesse continuare a far finta di niente. Ma oggi, ad entrare in rotta di collisione con la SIAE è addirittura il colosso Sky, il quale si è rifiutato di pagare i diritti per la sua trasmissione XFactor.
In merito alla questione Giovanni Pitruzzella, presidente dell’AGCM, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha dichiarato : “Oggi non ci sono condizioni tali da precludere l’ingresso sul mercato italiano di operatori diversi dagli organismi di gestione collettiva. E – ha aggiunto – l’intervento di liberalizzazione dovrebbe essere integrato ampliando il più possibile la varietà di scelta per gli autori, di operatori ai quali affidare la gestione dei propri diritti”.
Ma da quest’orecchio, e da ben quattro anni, i nostri governanti sembrano non volerci proprio sentire.