Sarà stato sicuramente il gran caldo a bloccare la marcia delle femministe per protestare contro le molestie sessuali ai danni di una decina di ragazze su un treno diretto a Milano. Perché sicuramente tutte le sostenitrici del Me Too, del Non una di meno, di qualsiasi altro gruppo di difesa delle donne, erano pronte a scendere in piazza per dimostrare tutta la propria indignazione e la solidarietà alle ragazze vittime di palpeggiamenti ed insulti.
Poi è arrivata l’afa e la solidarietà si è un po’ ridotta. Praticamente scomparsa. Ma per colpa del caldo, ça va sans dire. Oddio, ci si sarebbe accontentati anche di un po’ di indignazione televisiva, espressa da studi di registrazione con aria condizionata (ignorando le indicazioni del governo dei maggiordomi). Macché. Sarà stata la distrazione di fine stagione. Le scuole chiudono, i palinsesti televisivi cambiano, gli italiani pensano a come andare in vacanza con pochi soldi.
Non è che si possa sempre pensare a 10 ragazze molestate. Almeno fossero stati gli alpini.. Contro di loro la polemica sì può fare. Si può chiedere di vietare le adunate. Ma, in questo caso, “un bel tacer non fu mai scritto”, come insegna la saggezza popolare. Perché le ragazze molestate hanno avuto l’ardire di accusare una banda di nordafricani e africani vari. Insomma, le grandi risorse. Bande che si erano date appuntamento a Gardaland per una simpatica rissa di massa. Adesso non ci si può più divertire come si vuole? Razzisti!
E poi, al ritorno, i poveri migranti o figli di migranti hanno voluto continuare a divertirsi palpeggiando delle ragazze italiane e bianche. Che non hanno gradito, poiché evidentemente razziste. Inevitabile, quindi, che oltre alle molestie abbiano anche dovuto subire gli insulti delle ragazze della banda nordafricana. Insomma, è chiaro che la colpa è delle vittime. Colpevoli di essere salite su un treno con l’arroganza di chi pretende di viaggiare solo perché ha pagato il biglietto. Colpevoli di non aver accettato con gioia i palpeggiamenti e gli insulti. Colpevoli di aver denunciato l’episodio, provocando un briciolo di indignazione nei confronti di grandi risorse.
Ma colpevoli, soprattutto, di quello che hanno perfettamente spiegato le ragazze nordafricane: “Siete bianche!”.
Ovvio, dunque, che le femministe preferiscano occuparsi di altro. Ovvio che la polizia si sia limitata a identificare alcuni dei responsabili. Ovvio che nessuno vada in galera (a Torino è già stata scarcerata la grande risorsa che la scorsa settimana si era dedicata all’inseguimento con machete per le strade della città). Ovvio che non ci siano interventi per impedire che la banda aggredisca altre ragazze. “Siete bianche”, dunque non avete diritti.