I fuochi si sono spenti. Gli otri e le anfore di Cipro sono vuote. Le focacce di farro dolce consumate sino all’ultima briciola. Solo il pungitopo e l’agrifoglio splendono sulle soglie con le loro, rosse, bacche. Le voci tacciono.
È il momento del Silenzio.
Questa, più o meno, doveva essere l’atmosfera della Roma Antica all’alba del 24 dicembre. Finiti i Saturnalia. Celebrata la Festa di Acca Laurentia. Ora era Angerona a regnare sulla Città.
Angerona è la Dea della pausa. E del silenzio sacro. La sua immagine, la vede portare l’indice alle labbra. Con sguardo dolce e severo insieme.
È Dea antica Angerona. Dea italica, le cui origini si perdono, però, nella indistinta nebulosa dei primi popoli indoeuropei. Ed è Figura dai molti aspetti, solo in apparenza contrastanti. Aveva una statua e nessun tempio. Ma la statua era collocata nel sacrario di Volupia. Con la quale, spesso, veniva associata. E Volupia era la Dea del piacere sensuale. Non a caso, da Ovidio, considerata la corrispondente latina di Edonè. Nel mito greco, figlia nata dagli amori segreti fra Eros e Psiche. Di cui ci narra la splendida fiaba di Apuleio.
E Angerona è la Dea del Segreto. Di tutti i segreti. Era lei a custodire il Nome Segreto di Roma. Salvaguardandolo dal nemico. Ma custodiva anche i segreti degli amori clandestini. Quelli che si nutrono di silenzi e passione. E che si consumano lontano da occhi indiscreti.
Giungeva alla fine dei Saturnalia. Che erano Feste sfrenate. Carnevale ed Halloween insieme…ne ho già parlato. E nelle quali non era assente un elemento orgiastico. Perché l’orgia rituale aveva, come prima funzione, quella di evocare le forze di rigenerazione della Natura. Preludio alla rinascita del Sole, e però evocazione della potenza magmatica del Caos. Da cui tutto si genera.
Poi, però, i Giorni di Saturno avevano termine. Con la celebrazione dei Larentialia. Non a caso legati alle origini prime dell’Urbe. E ai quali non era estraneo un richiamo all’antico uso della Prostituzione Sacra.
E infine Angerona. Su tutto doveva scendere il Silenzio. E gli amanti ritirarsi nell’ombra.
Ma è Natale, dirà a questo punto un ipotetico lettore, o meglio una ipotetica lettrice. È una festa religiosa. Nasce Gesù bambino. E tu ci vieni a parlare di voluttà, amanti clandestini, eros, prostitute, ancorché sacre… Non ti sembra, quanto meno, inopportuno?
Ma tra poche ore, secondo la tradizione romana, nascerà il Sole. Perché il Solstizio, oggi come oggi, è solo evento astronomico. La vera Festa veniva dopo alcuni giorni. Quando si cominciava a cogliere che l’alba giungeva prima. Ed era compito del Pontifex Minimus osservare l’orizzonte attendendo l’Aurora.
E il Sole nascente è intensamente, profondamente legato all’eros. Che è la potenza cosmica da cui l’ordine universale ha origine.
Ed è, per ovvio traslato, anche l’eros individuale. La passione. Gli amori segreti. Il desiderio. La voluttà.
Su cui veglia Angerona. Imponendoci il Silenzio.