“Agghiacciande”, l’avrebbe definita Conte. Antonio, ovviamente, non Giuseppi. È la trasmissione dell’Arsenale delle idee dedicata alla giustizia italiana, partendo dal libro intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara, ex presidente dell’associazione nazionale magistrati ed ex membro del Csm presieduto dal presidente della repubblica. Un’immagine terrificante non solo della giustizia ma dell’intero Sistema Italia condizionato dallo strapotere della magistratura che, ignorando la separazione dei poteri, ha assunto ormai un ruolo legislativo che non le compete.

Sallusti spiega che in fondo non è neppure complicato. Metti un magistrato, un paio di giornalisti di ex grosse testate, il sostegno di qualche politico ed il contributo di esponenti dei servizi. Il gioco è fatto. Parte la macchina del fango contro il nemico del Sistema. E, ricordava Palamara, non è neppure importante la conclusione del processo, perché la sentenza arriva comunque dopo anni ed anni di massacro mediatico, che è il vero obiettivo del Sistema.
E chi si oppone? Se è un magistrato scatta il trasferimento (vedi Ingroa e Forleo) o l’attacco senza sosta (De Magistris). Se non è un magistrato partono le denunce, con una quindicina di giornalisti mandati a processo per aver osato indignarsi per una sentenza. Senza che politici o l’Ordine dei giornalisti abbiano fatto un plissé.
Però magistrati come Bobbio e Mantovano hanno ricordato che il tentativo, riuscito, della casta dei giudici di sostituirsi al legislatore era stato pubblicamente annunciato, a partire da Gustavo Zagrebelsky. Fregandosene totalmente di legittimazione attraverso il voto degli italiani. Sempre pronti ad indignarsi per la presidenza del consiglio affidata ad un avvocato di provincia eletto da nessuno, ma muti e rassegnati se le leggi le fanno i magistrati. Si legifera attraverso le sentenze, con gli interventi della Corte costituzionale, con i processi avviati contro le iniziative politiche dei partiti che non piacciono. Nel totale silenzio, complice, della presidenza della repubblica.

Difficile credere ad un intervento politico in grado di modificare la situazione. Perché il Sistema politico è parte di questo Sistema di potere giudiziario. E l’opposizione? In questo caso totalmente oppofinzione perché – ha sottolineato Mauro Mazza – la destra è sempre portata ad allinearsi agli organi dello Stato. E così diventa manettaia anche quando in manette ci finiscono i propri figli rei di non essersi zerbinati di fronte al Sistema.