“L’opinione pubblica oggi è utilizzata per sostenere un sistema nel quale tutti possono dire la loro, ma nessuno conta più niente”. È una delle tante perle di saggezza contenute nel nuovo libro di Adriano Segatori, “Società tossica e sistema spacciatore”, pubblicato dalle Edizioni Settimo Sigillo. Segatori, oltre che essere il vicedirettore di Electomagazine, è uno psichiatra e psicoterapeuta di fama internazionale. E nel nuovo lavoro compie una sorta di psicoterapia nei confronti della società in cui abbiamo la sventura di vivere.
Chi legge gli articoli di Segatori sul nostro quotidiano è abituato alle prese di posizione impolitiche, impopolari, a volte anche molto dure. Bene, nel libro Adriano va oltre. Ed approfondisce, spiega, si sofferma. Non procede per slogan ma per analisi sempre motivate. Un libro sicuramente non facile, che spazia dalla definizione di Stato (il nostro non è uno Stato ma “un consiglio di gestione, un comitato d’affari, preposto alla conduzione di progetti a breve termine e modificabili in corso d’opera, spesso in concorrenza subalterna con poteri-altri e lontani) al ruolo dell’economia, dall’informazione al rapporto tra diritti e doveri. Sono 120 pagine dense di confronti, di citazioni, di inviti a pensare, ad aprire gli occhi e provare a capire. Pagine di intelligenza acuta, profonda. Di stimoli continui.
Una grande erudizione accompagnata da un grande coraggio che porta Segatori a seguire la retta via ignorando completamente le indicazioni del politicamente corretto, del pensiero unico obbligatorio. Un libro che dovrebbe diventare la lettura quotidiana di chi si autodefinisce “politico”. Ma è meglio di no poiché la stragrande maggioranza dei politici italiani non sarebbe in grado di comprendere ciò che Segatori scrive, al di là della condivisione o meno. Concetti troppo complessi per chi vive di sondaggi, di selfie, di slogan. Un libro per pochi, dunque. Ma consigliato a chi, con una base di studi medioalta, vuole provare a capire cosa c’è dietro la cortina delle banalità e dei luoghi comuni imposti dalle oligarchie non solo italiane. Consigliato a chi non vuole essere schiavo e neppure suddito di tecnocrati che hanno occupato i veri centri di potere.