“Scusi prof…” la voce mi coglie quasi di sorpresa. È una tarda mattina di inizio giugno. Il sole batte a picco sul cemento armato dell’edificio fatiscente che è, o meglio impropriamente ospita il liceo. L’atmosfera è sonnolenta, anzi catatonica. Un paio di coatti stanno con la testa appoggiata sul banco. Uno addirittura russa…
Io, però, a fare lezione ci sto provando. Altrimenti… beh rischio di addormentarmi anch’io.
Comunque, sto cercando di fare una panoramica del Rinascimento. Più che altro per far scorrere le ore, con ben poca speranza che resti qualcosa… Poi, appunto…
“Scusi prof…. Ma lei non è stanco? Non ha caldo?” la mora dagli occhi maliziosi “La scuola, ormai, è finita…”
Sì. Ho caldo e sono stanco. Ma mancano ancora alcuni giorni. E questo, piaccia o meno, è il mio lavoro… Spiegare. Non rubare lo stipendio… E poi a non far nulla mi annoio…
Sorride…
“Sì, però noi, oggi, si fa proprio fatica a seguire…”
“Ce sta a pija la cicagna prof… Nun capimo più niente…” guardo il Boro sbracato sulla sedia.
Beh, non che di solito tu capissi molto… (qualcuno ridacchia, poca roba però…). Comunque – ci penso un poco – forse tutti i torti non ce li avete. È aria da sonno, non da studio questa.. E allora…
“E allora ce potemo mette’ a dormì?”
Beh, proprio a dormire no. Almeno non con la mia autorizzazione. Ma possiamo prendere spunto proprio da questa… Cicagna, o come volete chiamarla. Torpore, sonnolenza…
“E che c’è da di’? A Cicagna è a Cicagna….”
No. Perché niente è mai uguale. E questa sonnolenza estiva (ormai) è diversa dal sonno profondo. Ha qualcosa di… sognante. Perché non dormite davvero. Piuttosto, lasciate che la mente, la poca che avete, fluttui. In una dimensione… diversa… (mi fermo, per un attimo) Diciamo, ma sì, diciamo che voi state vivendo un vostro sogno di Mezza Estate…
“Prof. Ma l’estate deve ancora cominciare… altro che a mezzo…” tocca a me sorridere.
Lo so. Il calendario vi dice che inizia fra qualche giorno. Il 21. Ma io facevo riferimento ad altro, ad uno dei capolavori, una delle commedie più magiche e suggestive di Shakespeare… Che si intitola, appunto, “Sogno di una notte di mezza estate”. Ed è ambientata nel periodo di San Giovanni. Ovvero al Solstizio d’estate. Che nei paesi del Nord è festa antichissima. E viene chiamata, appunto, festa di Mezza Estate. Alla faccia di ogni calendario astronomico moderno…
“Vabbe’ prof… Ma che c’entra col fatto che noi ce pija il sonno?”
C’entra. Perché questa sonnolenza estiva ha qualcosa di particolare. Voi vi appisolate perché la natura intorno, nel suo pieno rigoglio (ecco, sempre lo stesso errore, uso parole aliene) beh diciamo nella piena fioritura, in qualche modo vi fa uscire fuori dalla mente. Vi impedisce di pensare, anche quel poco di pensiero logico di cui siete di solito capaci…
“E allora, noi… sogniamo prof.?” la bruna appare davvero interessata. Il solito coatto palestrato continua a fissarla basito. Meglio non indagare sui suoi di sogni…
Sì. Sognate… O più esattamente entrate in una diversa dimensione. Sognante. Dove le figure della realtà e quelle della fiaba coesistono. Si incontrano e agiscono insieme. Come nella commedia di Shakespeare…
Dove ci sono personaggi del mito, Teseo e Ippolita, la regina delle Amazzoni… Figure buffonesche di paesani, artigiani, contadini… e fate.
“Fate prof.? Ma Shakespeare ci credeva davvero?”
Mah… Era un uomo del suo tempo. L’età elisabettiana… strana epoca, per noi. Conviveva la scienza con la magia. Bacone con John Dee, il Mago che fu consigliere e amante della Regina…
“Erano dei creduloni, allora…”
No. Semplicemente guardavano al mondo con occhi diversi dai nostri. Avevano ancora la capacità di… coglierne l’incanto. La magia riposta. E, appunto, vedevano, diciamo così, Oberon e Titania, I reali del mondo fatato. E Puck, il folletto, che tesse intrighi e destini. Che contrasta e favorisce amori. Che compie beffe. Scherzi, come sostituire la testa di Bottom, un buffo artigiano, con quella di un somaro…
“A Ni’, se te fosse toccato a te nun ce sarebbe stata differenza…” Risate generali. Ni’ è il tatuato che strabuzza gli occhi per ogni cosa… e, ad essere sinceri penso che il Boro stavolta sbagli. La testa d’asino sarebbe stato un deciso miglioramento…
Continuo…
Comunque alla fine tutto torna in ordine. Gli amanti si ritrovano, si celebrano le nozze del Re. Gli artigiani inscenano una tragedia teatrale in modo da renderla buffonesca, facendo divertire tutti. E le fate, i folletti, Puck, Oberon e Titania tornano invisibili. Perché la Notte di Mezza Estate è trascorsa. E con lei i sogni…
Si è fatto silenzio. Tutti mi guardano in modo strano. Anche il Boro ha un’espressione diversa.
“Che bello!” mormora la glaucopide… con area sognante.
Le sorrido…ed esco. La campanella ha già suonato da un po’.
1 commento
Bellissime le due illustrazioni, potrebbero essere di Arthur Rackham?