Alessandro Di Battista, uno di noi! Il centrodestra senza prospettive, ignorato da Mattarella ed irrilevante per il governo degli Incapaci, può sperare solo in Dibba per tornare a contare da qui alle lontane elezioni politiche. Perché l’incapacità di far squadra tra le Regioni amministrate (che non sono 15..), la mancanza di capacità di informare, l’assenza di qualsiasi agenda di peso, rischiano di logorare una coalizione che, miracoli a parte, andrà incontro a pesanti delusioni nella primavera del prossimo anno, quando le grandi città sceglieranno i sindaci.
Dunque resta solo Di Battista. Che, con l’onestà intellettuale che è mancata in molti analisti, ha sottolineato come il Movimento 5 Stelle sia andato incontro alla più pesante sconfitta della sua non lunga storia. Mentre Giggino e complici festeggiavano il risultato del referendum, Dibba contava i voti persi, spariti, trasferiti al Pd in cambio della conservazione delle poltrone di governo e di sottogoverno.
Uno sfogo, sacrosanto, di chi ha contribuito al successo del Movimento e che ora è deluso per il vergognoso comportamento dei vari “cittadini” trasformati in piccoli ras incollati alle poltrone? Oppure l’annuncio di un ritorno in campo per cambiare la politica pentastellata ed arginare la deriva che si sta trasformando in una rotta senza speranza?
È difficile credere che il gruppo di potere che guida ciò che resta del Movimento abbia la volontà di cambiare davvero, di rinunciare al ruolo di ruota di scorta del Pd. Rassegnati a scomparire dalla scena alle prossime elezioni politiche. Già nelle amministrative del prossimo anno i pentastellati ribadiranno la loro subalternità al Pd. E la condanna a 6 mesi del sindaco torinese Appendino, per una sostanziale sciocchezza e nulla più, agevola l’inciucio. Il sindaco non sarà ripresentato e si punterà – in prima battuta o al ballottaggio – su un candidato finto civico indicato dal Pd.
Che farà, allora, Di Battista? Un suo movimento, con una parte dei parlamentari ora al guinzaglio di Giggino e Grillo? In tal caso il governo degli Incapaci non avrebbe più la maggioranza. Oppure si limiterà ad urlare di rabbia e se ne ripartirà per qualche meta esotica? Improbabile, anzi impossibile, che riesca a scalzare il blocco di potere che ha condannato a morte il Movimento. E sterile una guerriglia fatta di urla e proteste senza possibilità di incidere. Ed è paradossale che per metter fine ad un governo degli Incapaci si debba sperare non in una opposizione numericamente forte ma politicamente irrilevante, bensì in un capopolo onestamente deluso dal giocattolo che aveva costruito con ben altre illusioni.