Scorrendo fb, si trova un po’ di tutto. Anche un gruppo di, simpatici e gentili, che postano, solo ed esclusivamente, vecchie immagini natalizie. Cartoline, biglietti di auguri di un tempo che fu. Babbi Natale ridenti e panciuti. Renne volanti nel cono della Luna. Alberi addobbati e scintillanti. Bambini che scartano pacchi regalo o sognano… E neve, soprattutto. Paesaggi innevati. Villaggi, boschi, strade… Un trionfo di luci e colori. Di gioia e allegrezza. E un senso di refrigerio… In questa afa di Giugno inoltrato.
Già, perché siamo ormai al Solstizio. Ma non è quello d’inverno che coincide, più o meno, col Natale ed il suo immaginario. È l’altro Solstizio. Quello d’estate. Al quale, però, siamo molto poco usi prestare attenzione. Anche perché non coincide con una qualche, rilevante, festa cristiana… Oddio, veramente ci sarebbe San Giovanni. Che un tempo era festa grande, anche perché coincideva con la mietitura. E nel nord Europa, nella penisola Scandinava, nelle Isole Britanniche perdura ancora la tradizione della Festa di Mezza Estate. Quella narrata, con irraggiungibile fantasia, da Shakespeare. Nel suo Sogno…
Però, qui da noi, nessuno si sogna di fare auguri, di mandare cartoline decorate, di preparare addobbi per San Giovanni. O meglio, per il Solstizio d’Estate. Che passa quasi inavvertito, perché siamo in Giugno ancora. E, nella mentalità corrente, l’estate, quella vera, comincia solo dopo. Luglio, Agosto. Le vacanze. Le spiagge…
Eppure, se ci pensiamo, il Carro del Sole giunge al suo apice proprio ora. E subito comincia il suo cammino discendente. Inavvertito, da principio.
Poi, via via sempre più precipite. Con i giorni che cominciano ad accorciarsi. E le notti che, in modo sempre più sensibile, si allungano….
Per quello, un tempo, nella Notte di Mezza Estate si accendevano grandi fuochi. Per dare forza al Sole. E, al contempo, per purificare saltando sopra alle fiamme. Purificazione necessaria, prima che inizi la discesa verso la tenebra. Uso ancora in voga, sino a qualche tempo fa almeno, in molti paesi del nord. E, per altro, anche in diverse regioni italiane. Dall’arco alpino sino alla Sicilia.
Dopo San Giovanni il calore del Sole appare ancora più intenso. Ma è un’intensità diversa. L’aria diventa un poco alla volta sempre più densa, pesante. Afosa. Si diffonde quella che D’annunzio, nei Madrigali dell’estate, chiama “dolcigna afa di morte”. Perché la Natura sta morendo. O meglio si sta ripiegando, lentamente, in se stessa.
L’effusione di luce e colore, la fioritura, i frutti sui rami degli alberi, raggiungono il loro apice con San Giovanni. Poi, appunto, tutto comincia a stingere. Le tinte divengono via via più cupe. A poco a poco, il verde smeraldo lascia posto a quello scuro. Il croco e il giallo cominciano ad affiorare un po’ ovunque. Macchie di rosso. Tutti i toni del marrone…
Lentamente incederà l’autunno. E la Terra si farà spoglia. Nuda. Sempre più fredda. Tutto assumerà una forma sferica, che diventerà soprattutto palese con la neve. È l’inverno. E quando questo sarà, giungerà il momento dell’altro Solstizio. Il Natale. La Rinascita del Sole.
Ora, però, è San Giovanni. Il Solstizio d’estate. E i boschi, dove ancora sono profondi e incontaminati, risuonano di risate che tintinnano come monete d’oro. Fate che danzano. Orchestre di elfi.
Oberon ride ai lazzi di Puck. E Titania, la Regina delle fate, splendida, i capelli, sciolti sugli omeri, scintillanti alla luce della Luna. Titanea che si sofferma a godere del profumo di una rosa in piena fioritura. Come in quadro di Waterhouse. Che, forse, anche lui sognò in una notte come questa. Contemplando i fuochi. In una Notte di Mezza Estate. Con il Sole al suo culmine.
Buon Solstizio a tutti.