Erano tutti davanti alla tv, in quella notte di 50 anni fa.
Luciano Anselmo ricercatore CNR, davanti alla tv, Walter Cugno, direttore Thales Alenia Space, Francesco Profumo, presidente Fondazione Bruno Kessler, Alberto Battistelli, CNR, per assistere allo sbarco dei primi uomini sulla luna.
Ne hanno parlato al convegno “La luna dal pozzo“, organizzato al castello di Pergine dal Nodo di Gordio in occasione del l’annuale work shop del think tank di politica internazionale.
“È importante mettere a contatto i giovani con chi ha avuto esperienze spaziali affinché possano scegliere il loro futuro con consapevolezza. Kessler – ha ricordato Profumo – sosteneva che il Trentino non poteva vivere di sole mele ed ora l’istituto che porta il suo nome investe molto sulla intelligenza artificiale. Non per sostituire le persone ma per essere di ausilio. L’uomo resta centrale. Anche le ricerche legate allo spazio sono viste in relazione alla realtà produttiva per il quotidiano. Siamo ad esempio partiti dallo spazio per arrivare in Val di Fiemme dove una azienda è la prima al mondo per la valorizzazione dei diamanti“.
D’altronde, ha sottolineato Cugno, l’Italia è stata il terzo Paese al mondo a portare oggetti nello spazio, già nel 67. “E siamo rimasti all’avanguardia nel lavoro nello spazio e nella esplorazione di Marte“, senza dimenticare il ruolo fondamentale nella stazione spaziale.
“Collaboriamo anche alla futura stazione spaziale cinese nonostante gli ostacoli politici internazionali anche da parte di chi fa accordi proprio con la Cina“.
Grazie all’azienda italiana si potrà presto riportare l’uomo sulla luna, ma guardiamo anche a Marte, se non nel 2024 poco dopo.