Forse aveva ragione Yambo. Intendo Yambo Bodoni, il protagonista di “La misteriosa fiamma della Regina Loana”. Forse il miglior romanzo di Umberto Eco, dopo il celeberrimo “Il nome della rosa”. E quello, inevitabilmente, meno apprezzato e venduto.
Yambo ha perso la memoria per un ictus. Ma è un bibliophilo. E ricorda ciò che ha letto. Solo quello. Non la moglie, i figli, gli amici. Solo i libri. In particolare quelli della sua infanzia. E, tra questi, i fumetti. Che vengono a comporre i tasselli di un complesso mosaico interiore. Un romanzo di formazione a ritroso. Costruito per immagini…
Confesso di aver sempre amato i fumetti. I cicli della Disney, Asterix di Goscinny e Uderzo. Il, leggendario, “Corriere dei Piccoli”, che, per altro, non era solo fumetti, ma anche storie, racconti… Più tardi Tex e Zagor, e quando giunsero finalmente in Italia, proposti dalla compianta Editoriale Corno, i super eroi della Marvel. Dapprima l’Uomo Ragno e Devil, poi Thor e gli altri…
Una memoria per immagini che, ancora, talvolta affiora in una cultura che vi si è sovrapposta nei decenni, ed è fatta, essenzialmente, di sole parole… Una memoria fatta di forme e colori, di immediato impatto emotivo. Fatta, intessuta di sentimenti e, prima ancora di sensazioni. Evocativa.
Talvolta, il desiderio, o l’impulso, di tornare a leggere i fumetti riaffiora. In certe occasioni, soprattutto. Quelle evocative del passato. Perché io i fumetti, da ragazzino, li leggevo soprattutto in due occasioni. Quando ero a letto con la febbre. Perché non vi era televisione in camera, né smartphone o simili. E mia madre me ne comprava a pacchi. Perché allora le influenze si curavano così. Al caldo sotto le coperte, antipiretici e minestrina. Punto. E non erano mica roba da ridere. Io mi feci la Hong Kong – circa due milioni di morti nel mondo – sfogliando “Guerra d’eroi” e “Capitan Miki”…
L’altra occasione era il periodo antecedente il Natale. Allora molte serie di Albi uscivano con la copertina dorata. E decorata con corone di vischio e agrifoglio. E le storie erano tutte, rigorosamente, a tema natalizio.
Erano storie per bambini. Babbo Natale compariva in molte. In alcune anche la Befana. E poi venivano raccontate avventure che ruotavano attorno alla difficoltà di procurarsi il fatidico Panettone. Ne ricordo una con Paperino.. Ad addobbi maldestri di strambi abeti. E Pippo che ne era il protagonista. A viaggi mirabolanti per arrivare a casa per Natale…. Un repertorio che, per inciso, ha molto influenzato la cinematografia natalizia statunitense…
Ricordo, sopratutto, con affetto un albo che usciva sempre in prossimità delle feste.
“Geppo il diavolo buono”. Era un fumetto italiano. Un albo cui lavorò anche il grande Giovan Battista Carpi, e che veniva pubblicato dall’Editore Bianconi, lo stesso di “Soldino”, “Trottolino” e simili. Che per anni rappresentò la risposta italiana al colosso Disney.

Ma allora queste cose non le sapevo. Nè, per altro, mi interessavano. Quei personaggi, infantili e fantastici, erano per me, in certo qual modo, reali. Come Babbo Natale. Come la Befana.
Fantasie infantili, certo. Eppure…
Eppure in quel diavolone cicciotto, dalla faccia simpatica, che addobbava l’abete cantando canzoni di Natale… In quel suo opporsi ai piani di Satana per rovinare la festa, magari sottraendo il sacco a Santa Claus… In quel suo scrivere la famosa “letterina”… vi era, a ben vedere, molto di più. Espresso in modo ingenuo…. Ma nell’ingenuità, spesso, si nascondono verità ben più profonde.
La Luce che risplende anche dove dominano le tenebre. L’attesa del magico Avvento. Il senso del bene e del male. Che non possono esistere l’uno senza l’altro.
E tutto questo veniva comunicato senza tanta fuffa retorica, con la poesia, semplice, di immagini vivide di colori. Con testi essenziali. Una pedagogia non strombazzata, ma che ti entrava dentro…
Nostalgia di quegli anni. Nostalgia di quelle letture sotto l’albero. Così semplici. Così formative…
Geppo mi risulta non esca più, da moltissimo tempo. Le nuove generazioni manco sanno di cosa sto a parlare…
Però….però la Disney pubblica pur sempre il suo “Natalissimo”. Un albo speciale, copertina rossa e oro. Tutte storie di Natale, con Paperino, Topolino e compari… E sono, per lo più storie vecchie. Anche molto vecchie Riprese dagli albi del passato…
Mi sa tanto che domani faccio un salto in edicola…