Finito il Carnevale, nello squallore di una notte di Martedì Grasso resa magra e grama dai Decreti della paura, è Mercoledì. Mercoledì delle Ceneri.
“Il luogo di solitudine /dove tre sogni s’incrociano /fra rocce azzurre…”
Così Eliot, Thomas Stearns. Dopo la conversione alla tradizione anglicana, si è soliti dire. A quella, comunque, della Chiesa Alta, ancora Cattolica nei riti. Ma cattolica precedente il Tridentino. E, al contempo, copertura, o, se vogliamo, velame, per dirla con Dante che Eliot tanto amava, di una gnosi strisciante. Come quei “leopardi bianchi”, che compaiono nel poema drammatico…

Perché questa è, certo, festa cristiana, anzi cattolica. Cattolicissima… Però… Però tra le pieghe della tradizione diffusa si rivelano, a volte, delle discrepanze. Delle incrinature. Che lasciano intravvedere appena qualcosa d’altro… Diciamo… di precedente. Di molto, ma molto più antico…
L’uso, diffuso, in molti borghi d’Italia, di celebrare il Mercoledì le esequie del Carnevale. E del suo Re. Memoria, forse, di antichi riti sacrificali, per invocare la rinascita, offrendo alla Terra il “Sangue Reale”.
Processioni, certo, ma alcune… strane. Nel parco del Vesuvio, ad esempio. Su per un dosso montuoso. Per andare a bere l’acqua di una fonte fredda e limpida… Purificazione. O meglio, Lustratio. Per fugare le febbri che caratterizzano il periodo sospeso, appunto, tra Carnevale e Quaresima…

Per altro, nella stessa Roma, la processione più antica delle Ceneri si svolgeva ta due Basiliche Minori. Partiva da Santa Anastasia in Palatino. E si chiudeva, con la omelia del Pontefice, in Santa Sabina in Aventino. Dove, nel II secolo, si ergeva un tempio di Iside… Il Palatino era la dimora avita degli Dei di Roma. l’Aventino degli Dei giunti a Roma. Iside, appunto, Serapide, Mithra… Ed era luogo di celebrazioni misteriche. Perché i culti del Palatino avevano a che fare con la Comunità. La Res Publica. Quelli dell’Aventino con il destino dell’anima. E quindi, con la sfida alla Morte. La grande sfida.
La croce di cenere imposta sulla fronte, e la formula “Ricordati uomo…”, era ancora eco di questi riti. Il corpo deve ardere, e farsi Ceneri. Per poter, poi, risorgere, come la Fenice della leggenda. Come Corpo di Gloria, però, purificato. Come ci dicono Eckart e Tauler… È questo il senso riposto nella parola “Carnevale”. Non solo l’inizio del digiuno quaresimale. Quello è solo un simbolo. Levare la carne. Che non significa rinunciare al corpo. Bensì sublimarlo. Purificarlo…
È… era… Mi accorgo che sono incerto nell’uso dei tempi verbali… Ho letto che la Chiesa Cattolica, quella di Bergoglio, ha emanato nuove disposizioni per la cerimonia delle Ceneri in tempo di Covid. Perché si svolga in sicurezza. E con i debiti distanziamenti… Non commento. È già detto tutto.