Manlio Di Stefano confermato come sottosegretario agli Esteri. Non bastava un ministro come Giggino, era fondamentale confermare anche Di Stefano per dimostrare la continuità tra gli Incapaci ed i Migliori. Di Stefano, per chi se lo fosse dimenticato, è quel super esperto di politica estera che confonde la Libia con il Libano. Che confonde il numero dell’edizione di un convegno internazionale con il numero dei partecipanti.

Ma, probabilmente, è solo la dimostrazione che il governo di Sua Divinità se ne frega della politica estera italiana, dal momento che è stata totalmente delegata a Washington. Dunque non serve un ministro degli Esteri competente, credibile. Ed è perfetto un sottosegretario che non conosce neppure i Paesi del Mediterraneo, figurarsi come può occuparsi di Paesi per lui misteriosi come il Congo o il Laos.
Perfetto, ma rappresenta una offesa ad un intero Paese, il nostro. Perché si può anche essere inadeguati, ed i casi non mancano, ma non a livelli così assurdi, grotteschi. Sarebbe corretto, almeno, spiegare una simile scelta dopo aver assicurato che la squadra di governo sarebbe stata definita direttamente da Sua Divinità sulla base della qualità dei prescelti.
Oppure, più semplicemente, si abbia la decenza di comunicare che si sono scelti degli incompetenti per non infastidire Washington con ministro e sottosegretario in grado di pensare autonomamente. Sono le prime conferme di una politica atlantista e non europeista. La stessa politica che porta a drammi come quelli in Congo, con l’assassinio di due servitori di uno Stato che non conta nulla.