Candidato come miglior film agli Oscar 2021, Sound of Metal è la commovente storia di una batterista di un duo metal, ex tossicodipendente, che perde l’udito. Anche l’attore che lo interpreta, Riz Amedh, è candidato nella categoria miglior attore protagonista.

La vita scorre frenetica, tra una serata e l’altra. Musica urlata, per esprimere la frustrazione e il desiderio di rivalsa. Il duo che la produce, Ruben e Louise (Olivia Cooke), coppia nella vita oltre che nella musica, è molto affiatato. Hanno tanti progetti, il tour, un album. Vivono alla giornata, nello stesso camper con cui si spostano per locali ogni sera. Si proteggono e controllano a vicenda. Lei autolesionista, lui fuori dal giro dell’eroina da quattro anni.
Il solido equilibrio del loro mondo però inizia a sgretolarsi in una mattina. Ruben prepara la colazione come ogni giorno. E d’improvviso, silenzio. Non sente più nulla. Non c’è il frullatore che vibra, né la macchinetta del caffè. L’acqua della doccia scorre sul suo corpo senza fruscio. Incredulo, medita il da farsi. Lascia il camper senza dire nulla a Lou e si reca da un dottore. Il medico gli comunica la sentenza: ha perso circa l’80% del suo udito. La perdita è irreversibile, è necessario quindi che preservi assolutamente quel poco che gli è rimasto. La sera stessa però Ruben decide di suonare comunque. Ma non sente più la sua amata batteria, né la voce di Lou. Sconvolto, lascia il concerto e scappa.
In Sound of Metal l’esperienza per lo spettatore è del tutto immersiva. L’identificazione con Ruben quasi totale. Dal momento in cui lui inizia a non sentire più, scompare ogni suono intradiegetico. Solo ogni tanto, con inquadrature semisoggettive, il pubblico ritorna alla normalità dei suoni e percepisce i rumori prodotti nella quotidianità. Per Ruben la vita è finita, non può più essere un musicista. Gli impianti che potrebbero aiutarlo a sentire hanno costi spropositati e lui e Lou sono al verde.
La riabilitazione
Temendo una ricaduta nel mondo della droga, Lou cerca aiuto. Un ex sponsor le parla di un campo di riabilitazione per persone non udenti e i due vi si recano subito. Ad accoglierli è Joe, reduce di guerra, sordomuto. Le regole per entrare nella ristretta comunità sono chiare: nessun contatto col mondo esterno, non considerare la mancanza di udito un handicap da curare. Lou torna dal padre in Belgio, Ruben prova ad affrontare una nuova fase della sua vita. L’impatto con la comunità è disastroso. Ruben non conosce la lingua dei segni e non riesce a farsi capire da nessuno. Sente la smania di dover riparare la struttura in cui vivono, è frenetico, non riesce a darsi pace.
Il suo ruolo nella scuola locale, offertogli da Joe, sembra donargli un po’ di serenità. Ogni giorno infatti si reca in una classe di bambini non udenti, dove è allo stesso tempo allievo (impara la lingua dei segni e a vivere nel silenzio) e docente (aiuta i bambini nelle loro attività, gioca con loro). Anche nella comunità si integra con successo, al punto che Joe gli propone di rimanere come suo collaboratore.
Ma Ruben ha altri piani. Non riesce a trovare la calma interiore, né ad accettare del tutto la sua situazione. Vende il camper e l’attrezzatura musicale e si opera. Non può più vivere in comunità, ha violato la regola fondamentale. Tramite la tecnologica ha posto una barriera tra sé e i suoi compagni. Ma i costosi apparecchi non riescono a dargli quello che cercava: i suoni sono acuti e distorti. Anche il suo incontro con Lou non è come se lo era immaginato. La ragazza è diversa, cambiata dal lusso della vita condotta nella casa paterna. I due parlano della loro musica, della possibilità di tornare a suonare assieme, ma si percepisce che il sogno è ormai svanito, ne rimane solo un ricordo malinconico.
Il finale di Sound of Metal
“Va tutto bene”, le dice. Non c’è risentimento nelle sue parole, solo accettazione. Dopo una notte passata assieme, Ruben se ne va. Si siede su una panchina, tra gli schiamazzi della gente che lo circonda e le campane della chiesa che suonano. Spegne gli auricolari e chiude gli occhi. Finalmente ha capito. Ecco la calma. L’auspicato momento di quiete interiore, trovato nel silenzio. Silenzio assoluto.