Le destre, ed anche il centrodestra allargato e moderato, si sono indignate per una frase contenuta nel libro-fantasma del pessimo ministro Speranza. La frase a proposito della riconquista dell’egemonia culturale che, evidentemente, per il pessimo doveva passare attraverso il confinamento, gli arresti domiciliari di massa, il lavaggio del cervello grazie alla disinformazione di regime.

Perlomeno nessuno può accusare il pessimo di non essere stato trasparente. È vero che il libro è stato misteriosamente ritirato, però è esistito e l’autore è stato esplicito. Mentre non è per nulla chiaro il motivo di indignazione delle destre. Egemonia culturale: è sacrosanto, e doveroso, che un gruppo politico cerchi di ottenerla. In qualsiasi modo. In fondo è l’essenza stessa della politica, che è cosa ben diversa dall’individuare la ditta “giusta” alla quale affidare la manutenzione stradale.
Ovviamente l’egemonia culturale a cui aspira il pessimo Speranza non piace alle destre e neppure ai centristi che non siano preventivamente nemici degli italiani. È una egemonia pericolosa, è la negazione stessa della cultura italiana ed europea. Ma tutto questo è il “dopo”. Perché, a monte, c’è la volontà di recuperare questa egemonia, con la consapevolezza di poter disporre di tutti gli strumenti necessari. Tg1, Tg3, Rainews 24, Tg5, la 7, Discovery, Sky, quasi tutti i talk show politici, quasi tutti i contenitori di intrattenimento vario su Rai e Mediaset, la stragrande maggioranza dei quotidiani cartacei ed online, tutte le maggiori radio nazionali, tutte le principali manifestazioni culturali del Paese, l’organizzazione di eventi musicali, il controllo dei musei.

Può bastare, per imporre una egemonia culturale. Il problema, per il pessimo ed i suoi accoliti, non sono i contenitori, ma i messaggi da inserire, da comunicare. Le boldrinate non le sopporta più nessuno, i renitenti alla vanga hanno stufato ed indignato, l’uno vale uno è diventato uno slogan controproducente visti gli incapaci mandati a governare, le grandi risorse che ottengono più soldi dei lavoratori lasciati a casa infastidiscono.
E poi arriva Zingaretti – un altro che un genio non è – a spiegare che baristi ed istruttori sportivi fanno dei “lavoretti”. In pratica: “ragazzini, toglietevi di torno e lasciateci lavorare”. Che, detto da Zingaretti, fa già ridere. Ma che dimostra soprattutto la totale ignoranza del mondo del lavoro da parte di questa gauche caviar con pretese di egemonia culturale. Vada il diversamente magro Zingaretti ad insegnare sport per ore ed ore. Si alzi all’alba per preparare il caffè agli intellettuali organici del Pd. E capirà la differenza tra lavorare e sparare scemenze.

Ma in tutto ciò, le destre che fanno? Nulla, ovviamente. Evitano di leggere i rari libri e giornali non schierati a sinistra, evitano di ascoltare le uniche radio che rifiutano il verbo di Speranza, evitano di collegarsi con le piattaforme di elaborazione culturale dichiaratamente di destra. Perché non vogliono leggere ed ascoltare critiche, rifiutano consigli, ignorano le analisi. E se, per caso, si imbattono in una critica, non provano a migliorare ma si indignano.
Fanno di tutto, insomma, per aiutare Speranza nella sua battaglia per l’egemonia culturale.