Vicissitudini legate a un Virus ci interrogano su tutti i fronti, cominciando da democrazia e gestione del potere, questioni che attengono alla politica.
Prima di tutto va chiarito il significato della parola “politica”, vanno individuati il luogo in cui collocarla, le dimensioni con cui caratterizzarla e di conseguenza obiettivi, strategie, strumenti e azioni.
Vanno poi identificati, e capiti, lo spazio e i gradi di libertà che rimangono disponibili per l’agire politico, cosa questa tutt’altro che scontata.
Politica e democrazia non camminano necessariamente assieme e con il termine “struttura di potere” non si individua solo la catena di comando e di governo rappresentata dalle istituzioni pubbliche.
La struttura di potere è funzionale all’organizzazione della società, ma non tutti i suoi tasselli sono evidenti, noti e facilmente individuabili, tutti però sono in costante interazione per marcare i confini, le zone di influenza e stabilire gli equilibri sempre precari tra le forze in gioco.
Non sempre l’agire all’interno di questo insieme segue percorsi che possiamo definire democratici, mentre il campo d’azione nel quale esercitano il potere le istituzioni pubbliche diventa sempre più ristretto.
Il modello organizzativo e comportamentale che sta prevalendo, quello “maggioritario”, così come è stato organizzato in Italia, è un ibrido tra democrazia e autocrazia e chi vince prende tutto.
Si basa essenzialmente sul riconoscimento delle diseguaglianze, mentre il concetto di democrazia, di per sé, tende a garantire una uguaglianza di fondo e alle minoranze è garantita voce e visibilità.
Media, economia, tecnologia, religione, organizzazioni sindacali, partiti politici, associazioni di categoria, sono alcuni insiemi che hanno a che vedere con la gestione del potere e che in qualche misura di potere si alimentano.
Su tutti e tutto, ma specialmente sul significato della democrazia, si proietta l’ombra lunga del mercato (che ha preso il posto delle ideologie nel pensiero collettivo) e della globalizzazione.
La democrazia ammette la presenza e riconosce merito a valori altri rispetto a quelli dominanti e questo mette i primi in condizione di proporsi come alternativi ai secondi, per questo la democrazia non può sottrarsi alla dialettica, al confronto e anche allo scontro.
Il mercato dal canto suo è regolato da rapporti di forza più che da regole democratiche, chi vince cerca di avere il massimo vantaggio e si occupa di mettere i perdenti in condizione di non poter più competere.
All’informazione si preferisce il messaggio pubblicitario, al confronto dialettico l’andamento dei titoli in borsa, al consenso le quote di partecipazione.
Per Machiavelli “la politica è la lotta per conquistare e conservare il potere”, definizione che qualche anno fa sarebbe sembrata eccessiva, ora, che orpelli formali, coperture ideologiche e ritualità sono venute meno, appare nella sua cruda essenzialità e recuperata attualità.
Il pensiero di Machiavelli era di molto precedente al Secolo dei Lumi e il terzo millennio è altrettanto lontano da esso e paradossalmente ci è prossimo ora che la politica così come si è affermata in occidente denuncia limiti nella gestione di situazioni eccezionali a cui si risponde con lo “stato di eccezione” che sospende lo stato di diritto.
Lo Stato di Eccezione è stato attuato per la prima volta con successo nel 2017 in Spagna per soffocare le derive indipendentiste catalane e ora questa è la risposta all’emergenza dovuta al Covid-19.
Con lo stato di eccezione si afferma che “necessitas legem non habet”, questa è stata la strada che ha portato ai totalitarismi europei del secolo scorso.