Ora attendiamo i tutori del terrore governativo. O qualche associazione di consumatori. Magari i parenti delle vittime, ma solo di Covid perché gli altri morti non contano. Come può Stella Artois lanciare una pubblicità in cui si invita a bere birra insieme agli amici? Ma sono insensibili di fronte al dramma planetario? Censurare subito, stigmatizzare senza se e senza ma.
I produttori della birra belga devono aver pensato che un morto per cancro valga come un morto per Covid. Che il dolore dei parenti di chi è deceduto per un attacco di cuore non sia diverso da quello di chi ha perso un affetto per il virus. Errore madornale! Quelli che ora pretendono la chiusura dei ristoranti, o delle piste da sci, per rispetto del loro dolore di famigliari di una vittima del Covid, hanno rinunciato al pranzo di Natale o ad una vacanza per solidarietà con i figli di chi era morto per un ictus? Hanno rinunciato all’auto in segno di rispetto nei confronti delle vittime della strada?
Quanti di quelli che ora strillano contro chi vuol lavorare nel turismo hanno rinunciato alle vacanze per rendere omaggio alle vittime degli incidenti sul lavoro?
Ma ora il politicamente corretto impone di addolorarsi pubblicamente. Purché sia solo per chi è colpito dal virus. Gli altri non hanno il diritto al pianto.
Così come uno studente egiziano fuori corso, in carcere nel suo Paese, ha il diritto alla solidarietà di un’attrice di Hollywood che invita l’Italia a fare di più. Ma l’attrice evita accuratamente di solidarizzare con i pescatori italiani sequestrati dalle bande di Haftar. E le tv, quelle italiane, non sottolineano l’assurdità ma fanno da megafono alle esternazioni di Scarlett Johansson mentre cercano di far dimenticare i pescatori.