“Che nervi quei ragazzi, non stanno fermi mai” cantava Fabrizio Marzi in Epitaffio, su un testo di Walter Jeder. Era il lamento, in realtà orgoglioso e soddisfatto, di tutte le famiglie alle prese con i figli che crescevano e, naturalmente, si agitavano.
L’alternativa materna era: “Sei fermo, non stai bene?”. Ora, invece, sui social compaiono orgogliosi giovani padri e madri (più padri ed è oltremodo significativo) che esaltano la propria prole perché affronta senza problemi la carcerazione ordinata dai dittatorelli dello Stato Libero di Bananas.
Non uno che si chieda quanti danni provocherà l’immobilità sul fisico e sulla psiche dei pargoli. Sul sistema scheletrico, muscolare, sulle relazioni sociali. Macché. Quanto sono bravi questi ragazzi che non chiedono di correre in un prato, di incontrare gli amici, di vedere il moroso o la morosa, di dare un calcio ad un pallone. A questi meravigliosi poltronisti è sufficiente lo smartphone, il tablet, e non protestano neanche più.
D’altronde lo spaccio di droga continua senza problemi, se non quando arriva Brumotti ad obbligare le forze dell’ordine ad abbandonare la caccia al nonno che passeggia in un parco per dedicarsi a chi vende morte indisturbato. Così il divertimento è assicurato in ogni brava famiglia che rispetta i decreti del lìder minimo.
Tutti preoccupati perché il virus cancella una generazione di anziani (vi piacerebbe, vero? E invece continuiamo a vivere!) ma nessuno che si preoccupi perché i dittatorelli stanno distruggendo le nuove generazioni. Fisicamente, psicologicamente ma anche culturalmente.
L’Italia già non si contraddistingue per la preparazione degli studenti, tra cui peggiori d’Europa e pure del mondo. Con l’alibi del virus si sono persi mesi di lezione, sostituiti dalla farsa delle lezioni a distanza, neppure per tutti. Ma i dittatorelli stanno pensando che anche il prossimo anno scolastico potrà proseguire in questo modo. Una parte dei ragazzi in classe, gli altri a casa a seguire online. Una farsa continua. Cancellando educazione fisica, cancellando gite di gruppo, limitando in ogni modo la socializzazione tra ragazzi. Una generazione impreparata che si confronterà con coetanei che hanno potuto studiare e prepararsi perché altrove c’erano meno pecore e conigli.
Tutti muti. Una promozione rubata val bene la trasformazione in poltronisti perennemente malaticci, senza forze, senza interessi al di là dei videogiochi e, ancora per poco, per youporn. Arrivano gli zombie, ma i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas possono festeggiare.