Il 7 gennaio 2021 è stato il 224° anniversario della bandiera italiana. Nata a Reggio Emilia sotto proposta del deputato Giuseppe Compagnoni al Parlamento della Repubblica Cisalpina: il padre del tricolore. Tuttavia, è giusto dire che il tricolore italiano non è nato ex abrupto, ma è il risultato di numerosi episodi che compongono la storia del nostro paese, e non solo. E allora qual è la storia della bandiera italiana? E qual è il significato dei suoi colori?
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Art. 12 Costituzione
Il modello francese: blu o verde?
È Camille Desmoulins, il 12 luglio 1789 (due giorni prima della presa della Bastiglia), a proporre i colori che avrebbero rappresentato i cittadini francesi. Incitando la folla propone due colori: o il verde per la speranza o il blu, simbolo dell’indipendenza ottenuta dalla rivoluzione americana. È il verde ad avere la meglio, quindi Desmoulins per rafforzare la simbolicità di quel momento coglie una foglia e se la appunta sul suo berretto, seguito poi dal resto delle persone lì presenti.
Tuttavia, il colore verde della bandiera francese dura non più di ventiquattro ore. Il suo consenso cade nel momento in cui ci si rende conto di aver scelto il colore del fratello del re Luigi XVI e quindi viene sostituito con il blu. Questo episodio crea confusione in Italia, poiché le informazioni giungono con estremo ritardo. Basti pensare che solo il 21 agosto 1789 si venne a sapere dei Desmoulins e dei colori simbolo della rivoluzione, che inizialmente erano appunto verde, bianco e rosso. Cominciarono a vedersi le prima coccarde di fortuna, in particolare nello stato Pontificio e da parte dei giacobini che ricollegavano il verde al colore della natura e quindi ai diritti naturali e all’uguaglianza.
L’arrivo di Napoleone in Italia
È con l’arrivo di Napoleone Bonaparte che si comincia a concretizzare l’idea di possedere una bandiera. Infatti, sono diverse le repubbliche di ispirazione giacobina a munirsi di un tricolore ispirato al modello francese. Sarà lo stendardo militare della Legione Lombarda ad avere un ruolo centrale. I colori erano gli stessi: il verde della divisa della Legione; il bianco e il rosso erano un omaggio allo stemma della città di Milano.
Se inizialmente ebbe valenza prettamente militare, presto la bandiera italiana assume un altro significato. Ed è il 7 gennaio 1797, con la nascita della Repubblica Cispadana che il tricolore nasce a Reggio Emilia, seppur un po’ diverso da come lo conosciamo oggi. A bande orizzontali, rosso, bianco e verde, avente al centro una faretra con quattro frecce all’interno che indicavano le quattro province: Ferrara, Reggio Emilia, Modena e Bologna.
I moti risorgimentali verso l’indipendenza
Le Repubbliche giacobine vengono messe in crisi nel 1799 dall’offensiva austro-russa. Quelle rimaste entreranno poi a far parte del Regno Italico fino al 1814, ponendo le basi dell’indipendenza, dell’autonomia, della libertà, che saranno il motore essenziale del Risorgimento italiano. È proprio in quegli anni che il simbolo della bandiera italiana assume sempre più valore collettivo e rappresentativo del popolo della futura nazione.
Infatti, il 1831 e i moti che lo attraversano solidificano quel senso di libertà e identità del tricolore. Anche Giuseppe Mazzini lo utilizza come bandiera della sua Giovine Italia, anche se a strisce orizzontali. Sarà lo stesso Mameli, autore dell’inno d’Italia a scrivere nel 1847 “Raccolgaci un’unica bandiera, una speme“. L’anno dopo la bandiera italiana è definitivamente il simbolo di rivalsa del paese. Con le 5 gloriose giornate di Milano e la cacciata delle truppe austriache, la città si riempie di bandiere.
Carlo Alberto di Savoia, sostenitore del tricolore
È in occasione della proclamazione della prima guerra d’indipendenza che Carlo Alberto di Savoia cita la bandiera italiana durante un suo discorso esortativo. È il primo regnante ad usare il tricolore, seppur come vessillo militare. Grazie a questa decisione, otterrà un gran consenso da parte del popolo. L’8 maggio 1848, il tricolore con lo stemma dei Savoia diventa la bandiera ufficiale del Regno di Sardegna: i colori sono quattro, in aggiunta infatti c’è l’azzurro, colore di Savoia, che fa da bordo allo scudo crociato al centro.
I diversi Stati italiani decidono di adottare il tricolore come bandiera per provare a gestire i moti rivoluzionari di quel tempo. Ecco perché sono un po’ diverse le versioni della bandiera italiana, che a partire dai primi anni del XIX secolo è personalizzata a seconda della Repubblica che la adotta. Per esempio la bandiera adottata dal Regno di Sicilia dal 1848 al 1849 era la seguente:

Qual è il significato dei colori della bandiera italiana?
Come abbiamo visto finora i colori della bandiera italiana non sono riconducibili ad un unico significato. Infatti, sono diversi i possibili aspetti simbolici a cui essa può riferirsi. Per quanto riguarda il suo significato allegorico, riconduciamo i suoi colori ai valori universali di giustizia, uguaglianza e fratellanza. Oppure pensiamo alle virtù teologali: la speranza, la fede e la carità, descritte nel XXIX canto del Purgatorio dal Sommo Poeta ai versi 121 -126:
Tre donne in dalla destra rota/ venia danzando; l’una tanto rossa/ ch’a pena fora dentro al fuoco nota; / l’altr’era come se le carni e l’ossa/ fossero state di smeraldo fatte;/ la terza pareva neve testè mossa;

Sassetta, le tre virtù teologali
Di cui questa è la parafrasi: tre donne venivano danzando in cerchio accanto alla ruota destra; una era rosa, a tal punto che si sarebbe a malapena notata dentro il fuoco; la seconda aveva le carni e le ossa che sembravano fatte di smeraldo verde; la terza sembrava neve appena caduta dal cielo.
Oppure Carducci, al centenario della bandiera italiana, scrisse: “[…] le nevi delle Alpi, l’aprile delle valli, le fiamme die vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e sì augusta; il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi […]”
La bandiera italiana, una storia a lieto fine
Il 17 marzo 1861 viene proclamato ufficialmente il Regno d’Italia. A partire da questo momento la bandiera italiana sarà protagonista di numerosi avvenimenti che via via vedranno trasformarsi il suo valore patriottico in nazionalismo, fino all’ascesa del fascismo negli anni venti del Novecento. Ma sarà ancora simbolo di libertà e identità da parte dei migranti, che fanno sventolare il tricolore nelle Little Italy.
Sarà anche il poeta vate D’Annunzio a farsi rappresentante di questa bandiera durante il volo su Vienna. Egli fa cadere volantini dal cielo con il tricolore con lo scopo di esortare gli austriaci ad arrendersi. Questo simbolo di libertà però con il tempo sembra significare sempre di più prigione e sottomissione altrui. Infatti, nel periodo fascista esso comincia ad essere associato con la simbologia della dittatura; pensiamo ai vessilli neri fascisti. E nel 1925 diventa bandiera nazionale ufficiale del Regno d’Italia.
Oltretutto, il tricolore viene anche usato per fare propaganda dalla Repubblica Sociale Italiana, che raffigura Mameli con una spada sguainata e la bandiera pronto all’attacco:

Sarà poi il 19 giugno 1946, due settimane dopo la nascita della Repubblica Italiana, che un decreto legislativo presidenziale stabilirà la conformazione provvisoria della nuova bandiera. Durante la redazione del testo costituzionale a carico della Commissione dei 75, il presidente Meuccio Ruini dice:
[…] La commissione si pronuncia intanto pel tricolore puro e schietto, semplice e nudo, quale fu alle origini e lo evocò e lo baciò, cinquantanni fa il Carducci e così deve essere la bandiera italiana […]
Ed essa verrà poi confermata dall’Assemblea Costituente il 24 marzo 1947.