Per raccontare la storia dell’unità d’Italia bisogna prima fare un breve riassunto dello scenario geopolitico italiano prima dell’inizio dei moti rivoluzionari e delle guerre d’indipendenza. Di seguito i principali Stati del tempo:
- Regno Lombardo – Veneto (governato dall’Austria)
- Regno di Sardegna e Piemonte (governato da Re Vittorio Emanuele I della dinastia Savoia)
- Stato Pontificio, ovvero gran parte dell’Italia centrale (governato dal Papa)
- Regno delle Due Sicilie, comprendeva tutto il sud Italia e la Sicilia (governato dai Borboni)
- Ducato di Modena, Ducato di Parma, Ducato di Lucca
- Granducato di Toscana
- Ducato di Savoia
- Regione di Nizza

Come si nota lo scenario geopolitico italiano presentava una diversificazione non da poco. Il Piemonte era l’unico Stato avanzato, anche se non poteva competere con le grandi potenze europee quali Francia ed Inghilterra. In tutta la penisola si stava piano piano espandendo il desiderio di indipendenza, scaturito dalle illustri menti rivoluzionarie di Silvio Pellico e Giuseppe Mazzini. Le costanti repressioni austriache in terra Lombardo – Veneta alimentarono il sogno dell’indipendenza e la fondazione di alcune società segrete. Lo scopo era di combattere la dominazione austriaca. Erano gli albori del risorgimento e da lì a poco sarebbero nati i primi moti rivoluzionari. Una reazione a catena che avrebbe infine portato alla tanto agognata Unità d’Italia.
La prima guerra d’indipendenza e il fallimento del ’48
Il 1848 è un anno cruciale perchè scoppia la prima grande scintilla rivoluzionaria: la prima guerra d’indipendenza. Carlo Alberto di Savoia, Re di Sardegna e Piemonte dichiara guerra all’Austria con l’obiettivo di liberare la Lombardia. Nonostante la sconfitta l’evento segna un passo politico fondamentale per la futura liberazione della penisola. Il fallimento del 48’ era quasi previsto; le forze indipendentiste erano troppo divise tra loro. Da un parte c’erano i liberali moderati che volevano una monarchia costituzionale, dall’altra i democratici radicali chiedevano una democrazia a suffragio universale maschile. Non sussisteva coesione dentro le due ideologie. Gli austriaci nel nord, lo Stato Pontificio al centro e i Borboni nel sud ne approfittarono per eseguire forti repressioni contro i gruppi rivoluzionari protagonisti.
Una figura chiave per la storia dell’Unità d’Italia
Dopo un susseguirsi di lotte politiche interne e dure prese di posizione, il Piemonte, a malincuore, firmò la pace di Milano con l’Austria nel 1849. Nel 1952 l’aristocratico e abile uomo d’affari Camillo Benso, Conte di Cavour, viene nominato primo ministro del Regno. Cavour diede inizio ad un trasformazione senza precedenti per il Piemonte, grazie sopratutto agli investimenti francesi. L’ideologia politica del conte prevedeva un ampliamento della democrazia graduale, la tutela della proprietà privata e delle libertà individuali e il liberalismo economico. Aspirava ad una monarchia costituzionale moderna. Le novità politiche, economiche ed industriali apportate dal neo primo ministro avvicinarono il Piemonte alle grandi potenze europee; il regno di Sardegna, grazie al processo di modernizzazione, divenne un punto di riferimento nel panorama italiano.

L’intervento della Francia di Napoleone III
Cavour intanto si stava avvicinando sempre più alla Francia di Napoleone III vedendo nella super potenza europea un possibile alleato nella lotta all’indipendenza. Aveva, con tutta probabilità, capito che solo aiuti esterni avrebbero potuto smuovere definitivamente la situazione di stallo creatasi. I due capi politici si incontrarono nella cittadina di Plombiers, in Francia, nel 1858 e misero a punto un piano di liberazione nazionale che prevedeva una confederazione di Stati preseduta dal Papa. In realtà lo scopo finale di Napoleone era quello di assoggettare l’Italia a Stato satellite francese.
Storia dell’unità d’Italia: riassunto della seconda guerra d’indipendenza
L’anno successivo, 1859, scoppiò la seconda guerra d’indipendenza, come previsto e voluto da Cavour e Napoleone. Gli austriaci dopo ripetute minacce piemontesi decisero di agire e dichiarano guerra al regno di Vittorio Emanuele II. Le battaglie combattute a Magenta e a Solferino si conclusero con una vittoria schiacciante per i piemontesi, che questa volta avevano dalla loro anche le truppe francesi inviate da Napoleone. L’armistizio di Villafranca sancì la liberazione della Lombardia ma il Veneto rimase in mano agli austriaci. Napoleone tentennò per paura di ripercussioni future da parte della Germania, alleata degli Asburgo.
Nello stesso anno proseguirono anche diverse insurrezioni nei ducati emiliani e toscani. Le masse chiedevano a gran voce l’annessione al Piemonte. Ciò venne ulteriormente confermato da plebisciti popolari. In questo modo però Napoleone III vedeva sfumato il suo piano di una confederazione italiana cosi si fece da parte. Prima però uno scontento Cavour fu costretto a consegnargli la regione di Nizza e la Savoia, da sempre italiane e ritenute parte della penisola.
La spedizione dei mille: le camice rosse conquistano il sud
Entra in gioco anche Giuseppe Garibaldi, patriota italiano nato a Nizza. Garibaldi, al servizio del Regno di Sardegna, era stato esiliato dallo stesso per le sue idee democratiche filo-mazziniane. Nel 1858 rientra in Patria grazie a Cavour per partecipare alla seconda guerra d’indipendenza contro gli Asburgo.
È il 1860 e la Sicilia è in subbuglio, il popolo osteggia pesantemente il governo borbonico. I democratici Francesco Crispi e Rosolino Pilo fomentano le folle e richiedono l’aiuto di Garibaldi per approfittare della situazione di caos e incertezza. Obiettivo: liberare l’isola dal giogo borbonico e ridarle la libertà. Il Piemonte acconsente e Garibaldi,“l’eroe dei due mondi”, parte per la Sicilia con mille volontari a cui poi si aggiungeranno numerosi siciliani.Grazie al prezioso aiuto dei contadini siciliani, che volevano liberarsi delle tasse e possedere più terre, Garibaldi, libera in poco tempo tutta l’isola in nome di Vittorio Emanuele II. Il 14 maggio 1860 la Sicilia diviene indipendente.

In seguito, grazie alla mediazione e all’appoggio della borghesia siciliana verrà annessa al Piemonte. A settembre dello stesso anno, dopo aver liberato anche la Calabria, le camice rosse ingrassano trionfalmente a Napoli e sconfiggono l’esercito borbonico sul Volturno. Francesco II di Borbone è praticamente sconfitto e il sud Italia è libero.
L’Unità d’Italia
Intanto, mentre Garibaldi mentre risaliva da Sud, l’esercito piemontese scendeva da Nord per liberare in sequenza le Marche e l’Umbria, proseguendo infine fino a Caserta per riunirsi a Garibaldi. Il parlamento piemontese autorizzò l’annessione dei territori liberati ma solamente dopo aver indetto plebisciti clarificatori negli stessi, i quali propesero, con grande maggioranza, per l’annessione al Piemonte.
Garibaldi, Mazzini e Cattaneo ancora speranzosi di ottenere un governo repubblicano dovettero arrendersi definitivamente ed adeguarsi. A Teano, Garibaldi cedette le provincie da lui conquistate a Vittorio Emanuele II. Dopo di chè si ritirò definitivamente cosi come Mazzini che si auto esiliò a Londra.
Il 17 Marzo 1961 nacque ufficialmente l’Italia, con capitale Torino.
“ L’Italia è fatta, tutto è salvo”
Camillo Benso Conte di Cavour