Tutto il riassunto della storia della Corea del Nord: com’è diventata il Paese più chiuso e isolato del mondo?
La Corea del Nord nacque dalla divisione della Corea in due paesi differenti: Corea del Nord per l’appunto e Corea del Sud. Ciò avvenne dopo la fine delle seconda guerra mondiale quando il paese venne spartito tra l’Unione Sovietica e Stati Uniti: Nord ai sovietici e Sud agli americani. Le due potenze tracciarono la linea di confine nel 38esimo parallelo. Gli eserciti alleati avevano liberato il paese da una dominazione giapponese durata quasi 40 anni, iniziata nel 1910, quando la Corea fu annessa all’impero nipponico.

La guerra di Corea
Dopo la spartizione del paese in Corea del Nord viene fondato un governo filo comunista-sovietico con a capo Kim Il-Jung, mentre al sud si forma un governo capitalista filo americano guidato da Syngman Rhee. Con l’addio delle truppe americane e sovietiche, tra il 1948 e il 1949, il paese del nord decide, il 25 giugno 1950 di sferrare un attacco e riconquistare la parte sud sotto la bandiera comunista. In poco tempo l’esercito del Nord conquist Seoul, capitale della Corea del Sud, e il resto del paese. Non riuscendo, però, a fare breccia nella provincia di Pussan, ultima roccaforte della resistenza sudista.
Il presidente americano Truman, consapevole della minaccia comunista, convoca allora un consiglio straordinario con le più alte cariche dell’ONU per organizzare un piano di difesa e fornire aiuti alla Corea del Sud. Le truppe delle nazioni unite vengono però sconfitte dai nord coreani e sono costrette alla ritirata. Truman invia allora ulteriori rinforzi e questa volta il contrattacco dei Marines americani è efficace: Seoul viene riconquistata e l’esercito del nord è spinto oltre la linea di confine.
Il consiglio di sicurezza, vista la schiacciante vittoria ottenuta, decise di approfittare dell’occasione e si spinse oltre il 38esimo parallelo; prese possesso di Pyongyang, capitale del Nord, e del fiume Yalu, che delimitava il confine con la Cina.

Proprio quest’ultima allora decise di intervenire a favore della Corea del Nord, sia per difendere l’ideale politico comunista sia perchè gli americani avevano osato fin troppo. Pechino inviò una forza gigantesca di 250.000 mila soldati, fece arretrare le truppe dell’ONU e riprese Seoul nel 1951.
Un’altra bomba atomica?
Il generale statunitense Douglas McArthur propose di utilizzare la bomba atomica per concludere la guerra una volta per tutte. Idea rigettata dal presidente Truman che sospese McArthur dall’incarico. Vennero invece inviati altri rinforzi e la guerra continuò via terra e aria senza però né vinti né vincitori. Nel 1953 Eisenhower sostituì Truman alla casa bianca e visto il prorogarsi dello stato di stallo firmò l’armistizio di pace il 27 luglio dello stesso anno. 3 anni di devastazioni da una parte e dall’altra per finire con la stessa identica situazione geopolitica di inizio guerra.
Dopo la guerra: riassunto della storia della Corea del Nord
L’armistizio pose dunque fine ad un conflitto risultato del tutto inutile: entrambe i paesi ne uscirono devastati. La Corea del Sud ricevette da subito ingenti aiuti finanziari esteri per scongiurare fame, povertà, crisi economica ed il conseguente probabile collasso del paese. I primi decenni furono estremamente duri ma verso la metà degli anni 80’ e l’inizio degli anni 90’ la Corea del Sud sperimentò una grande crescita economica. Tutto ciò grazie agli aiuti statunitensi e all’emergere di una nuova classe media che indirizzò il paese verso uno stato moderno ed avanzato in quasi tutti i settori.
Da un estremo all’altro dato che la Corea del Nord ha vissuto e sta vivendo il processo inverso. Appena terminato il conflitto il leader Kim Il-Sung persegui politiche conservatrici e nazionaliste accentrando passo dopo passo il potere nelle proprie mani. Tra il 1954 e il 1956 il capo politico nordcoreano rafforzò il suo potere grazie ad una pronta ripresa economica, tanto che nel 1957 la produzione industriale era il fiore all’occhiello del paese. Le cause di ciò furono presto dette. Il nord, al contrario del sud, possedeva la maggior parte delle fabbriche, dei sistemi industriali e delle centrali di energia idroelettrica. Il partito popolare nordcoreano centralizzò l’industrializzazione in modo da evitare l’avvento del settore privato. La rinascita industriale permise a Kim Il-Sung di ottenere enorme consenso tra la popolazione.

l’assolutismo della dinastia Kim
Ma come fece la dinastia Kim ad assoggettare una nazione intera al proprio volere? Innanzitutto, oltre al miracolo economico, il leader permise ad ogni strato della popolazione di entrare a far parte del partito popolare. Le classi medie e povere videro cosi una possibilità di speranza e crescita sociale. Meno contenti furono alcune élite politiche da sempre al fianco di Kim, che iniziavano a odorare puzza di bruciato. Esse non erano di certo favorevoli ad una governance tanto nazionalista e assolutista. Kim Il-Sung si liberò di essi tramite accuse di spionaggio o tradimento. Accusandoli appunto, di essere contro gli ideali del principio Songun, ovvero di leadership dell’esercito.
Il leader e la popolazione credevano molto in questo fantomatico ideale tanto che negli anni successivi alla guerra di Corea tentarono di reinvadere la parte sud, senza successo. Più volte Kim cercò di approfittare della fragilità politica che sussisteva in Corea del Sud. Alcuni esempi: la rivolta studentesca negli anni 60 contro il governo corrotto. O lo spostamento delle truppe americane per la guerra del Vietnam.
Riassunto della storia della Corea del Nord: Il declino economico
Dopo una prima fase di crescita economica la Corea del Nord iniziò la fase di declino. Tanto per cominciare i nord coreani non potevano contare sugli aiuti finanziari esteri. Basti pensare che gli aiuti per il sud risultavano essere il 50% delle entrate economiche mentre gli aiuti di Cina e Unione Sovietica rappresentavano appena il 2%. Inoltre se da una lato i territori del nord erano ricchi industrialmente parlando tanto non si poteva dire del settore agricolo, punto di forza invece del sud.
Cosi la fame divenne ben presto un problema grave e generalizzato. Oltre alla mancanza di terreni coltivabili andava tenuto conto della quasi totale mancanza di manodopera. I bombardamenti americani avevano fatto terra bruciata, uccidendo migliaia e migliaia di persone. Il risentimento contro gli americani era tale che nel 1976 due soldati dell’esercito nordcoreano spararono ed uccisero 2 soldati americani che stavano lavorando nella zona di confine demilitarizzata. Questo evento quasi rischiò di provocare un’altra guerra che per fortuna venne evitata grazie ad un intenso lavoro diplomatico. Ma Pyongyang intraprese comunque la costruzione di alcuni tunnel sotterranei per farsi trovare preparata nel caso di un futuro conflitto.

La transizione all’era “moderna”
All’inizio degli anni 80 dunque la situazione delle due Coree si era completamente rovesciata. Il sud mostrava una democrazia forte e un’intensa crescita economica mentre il nord subì una stagnazione economica causata anche dagli effetti indiretti del crollo dell’Unione Sovietica con la crisi capitalistica. Proprio per la paura di ondate capitalistiche Kim Il-Sung proseguì con una politica di isolamento del paese. Con la perdita degli alleati sovietici e cinesi a causa del crollo comunista la dinastia Kim intraprese una corsa agli armamenti con costruzioni di bombe e organizzando un’educazione militare per la popolazione. Venne infine sviluppata una campagna anti-americana facendo gli Stati Uniti come il nemico come imperialista. Già nel 1976 Pyongyang iniziò a comprare e produrre missili per paura di future ritorsioni.
Nel 1993, un anno prima di morire e lasciare il posto al figlio, Kim Il-Sung rese ufficiale la realizzazione del missile Rodong I, con capacità balistiche di 1500 km. Oggi il potere è ancora nelle mani della dinastia Kim, e come dice il famoso detto “tale padre, tale figlio”. Con Kim Jong-Il al comando della nazione nulla è ancora cambiato. Prevale ancora con forza il pensiero Jeuche, che rispecchia un sistema politico autarchico, di autosufficienza economica e “libertà”.
