La storia dell’Inno d’Italia nasce nel 1947, in occasione del centenario dalla cacciata degli austriaci da Genova. Sono Goffredo Mameli e Michele Novaro a dare vita al famoso Canto degli Italiani. Ma vediamo più approfonditamente la sua origine e alcune curiosità sul suo significato.
Il giovane Goffredo Mameli e il suo Inno d’Italia
Sin da ragazzo, Mameli, si dedica alla scrittura, in particolare di stampo romantico e amoroso. Con l’elezione di Papa Pio IX nel 1846 e i primi tumulti che condurranno alla prima guerra d’indipendenza, trasferisce la sua passione e l’amore su un altro oggetto: la vita politica del suo Paese. Molto vicino a Mazzini, ai rivoluzionari, all’età di soli vent’anni Mameli compone i versi dell’Inno che porta il suo nome.

Muore all’età di soli 22 anni per difendere la Repubblica Romana, si lascia alle spalle una vita dedita alla patria e alla lotta per l’indipendenza e la libertà. Lo si ricorda anche tra gli organizzatori volontari di una spedizione di soccorso durante le Cinque giornate di Milano, dopo le quali verrà poi arruolato nell’esercito di Garibaldi come capitano.
Michele Novaro… ma perchè non Giuseppe Verdi?
Compositore e patriota italiano, il genovese Michele Novaro era un musicista che lavorava anche nei teatri come attore lirico. Il 10 giugno 1847 riceve il testo dell’Inno d’Italia da Mameli e dopo averlo letto riesce incredibilmente a trovare la giusta alchimia permettendogli di diventare la voce del popolo. Durante il processo che gli ha permesso di musicare la canzone Novaro si immagina di trovarsi in un’immensa pianura gremita di tutti gli italiani. Circa 24 milioni provenienti da tutta la penisola. Improvvisamente sentono dei rulli di tamburo, degli squilli di tromba e poi una voce che li esorta ad agire e a lottare per la loro libertà.
Inizialmente musicato da Alessandro Botti, poi Mazzini lo commissiona a Giuseppe Verdi. Ma l’inno accompagnato dalla sua musica non dura neanche un mese nella memoria degli italiani. Motivo per cui si passa il testimone al musicista Michele Novaro che trasforma questo inno in un solenne e maestoso canto (come ci dice lo storico del Risorgimento Michele d’Andrea) capace di aggregare il popolo italiano.
Il significato dell’Inno d’Italia
Tutti noi lo conosciamo, o almeno così crediamo. In realtà, delle 5 strofe, cantiamo con una mano sul petto solo la prima più il ritornello, dimenticandoci del resto. Ma di cosa parla realmente questo canto?
La prima strofa
Mameli nella prima strofa presenta la difficile e drammatica situazione politica in cui versa l’Italia, un paese frammentato e contrastato dall’interno. Partendo da ciò, coglie una somiglianza con quella che era la condizione della futura nazione durante le guerre puniche. Egli cita allora Scipione, grazie al quale si superarono quelle vicissitudini.
La seconda strofa
In questa seconda strofa Mameli esprime il suo desiderio e la sua speranza che il popolo italiano possa raccogliersi sotto un’unica bandiera:
“raccolgaci un’unica / bandiera, una speme: / di fonderci insieme / già l’ora suonò”
Infatti, secondo lui soltanto l’unione e il supporto reciproco avrebbero permesso all’Italia di ottenere la sua indipendenza.
La terza strofa
Nella terza strofa continua l’esortazione rivolta agli italiani, un invito alla collaborazione supportato dalla Provvidenza. Subentra quindi il tema religioso, ripreso anche dai discorsi mazziniani, nei quali si può vedere il popolo che unito lotta per la propria indipendenza seguendo il desiderio del Signore.
La quarta strofa
Ci stiamo addentrando sempre di più nel testo dell’Inno d’Italia, e siamo arrivati alla quarta strofa, nella quale vengono citati tutti i miti patriottici del suo tempo. Dalla battaglia di Legnano alle gesta di Francesco Ferrucci, dai giovani Balilla ai vespri siciliani.
Quinta strofa
La quinta strofa è dedicata alla decadenza dell’Impero Austriaco. L’aquila (simbolo dell’Austria), insieme al cosacco (simbolo dei russi), ha bevuto il sangue italiano e quello polacco. A proposito di questi ultimi, l’Inno d’Italia e quello della Polonia si citano a vicenda. Anzi, vi dirò di più, l’inno polacco è stato scritto proprio sul suolo italiano da parte di una legione di soldati schierata con Napoleone.
Non solo una semplice canzone celebrativa
Non è la storia di un semplice inno, ma dietro di essa si celano le difficoltà e gli ostacoli che hanno caratterizzato il nostro Paese verso la costruzione di una nazione libera e unita. Non è solo la “canzone” da associare a eventi sportivi o celebrazioni politiche. Ma è un canto che racchiude in sé la forza e il coraggio di un giovane di vent’anni che crede nella forza della coesione e del supporto.
Ed è forse questo il messaggio centrale dell’Inno di Mameli, da ricordare soprattutto oggi. Un periodo in cui tutti noi ci troviamo a fronteggiare una grande situazione impervia, quella causata dall’arrivo del Covid19.