Questa è la notte delle Streghe.
Ma quante notti delle Streghe ci sono – chiederà qualcuno – ne parli spesso, se non sempre… Ti devono piacere proprio eh?
Sì. Lo ammetto. Le streghe mi piacciono. Mi sono sempre piaciute. Anzi, direi che mi… affascinano. Termine ben più appropriato, visto che la fascinazione è elemento proprio della loro… malia.
Perché le streghe sono maliarde, come ci dice quel film “Una strega in Paradiso”, con una fantastica Kim Novak. Che turbò a lungo i miei sogni adolescenziali. E che ancora talvolta ritorna, come eco di un’antica, ormai, fascinazione. E, in effetti, la malia, il potere delle Streghe, è, in primo luogo, proprio quello di affascinare. Poi vengono tutti gli altri, i filtri, le pozioni, i principi delle fiabe trasformati in rospi… Insomma, per usare immagini disneyane, la vera strega è Amelia. Non Maga Magò…
Comunque, al di là delle predilezioni e fantasie personali, è anche vero che, nel corso dell’anno, molte sono le Notti delle Streghe. San Giovanni, con la leggenda del Noce di Benevento. Ognissanti… e potrei continuare… D’altro canto, loro possono uscire e volare libere, su scope magiche o mostruosi verri, nella notte più profonda. E non ci sono decreti e coprifuoco che possano trattenerle nei loro antri e spelonche.. Ci provino Draghi e Speranza. Rischierebbero… no, stavo per dire d’esser mutati in rospi… ma sarebbe un deciso miglioramento…
La Notte delle Streghe per eccellenza è, però, proprio questa. La loro Grande Festa. Santa Valpurga. Che è poi il nome che i cristiani hanno dato ad una festa ben più antica. E arcana. Sovrapponendovi la memoria di Valpurga di Heidenheim, una monaca del Wessex, che però visse a lungo e morì in Germania. E che veniva da una famiglia di Santi. Perché suo padre era San Riccardo e i suoi fratelli i Santi Villibaldo e Vunibaldo. Che con lei ebbe un ruolo nell’evangelezzazione dei Germani… Ma siamo sinceri, di lei, e dei suoi fratelli, non si ricorda nessuno.
Mentre più o meno tutti sanno che questa, la notte di Valpurga, è la notte del Sabbah. Della grande festa delle Streghe. Che volano nei luoghi dove, per tradizione, si narra siano use riunirsi. Nello Harz tedesco. E, sopratutto, sul Monte Calvo. Ma sarebbe meglio dire Lysà Hora, nella Moravia, ché di Monte Calvo ve ne sono un sacco, sparsi un poco ovunque, anche in Italia, dal Gargano all’Abruzzo, sino alla Liguria…
Comunque, questo è quello del Faust di Goethe e del poema sinfonico di Musorgskij. O meglio, di quella musica Indiavolata (altro termine non trovo) che questi compose suonando il piano come un posseduto, ubriaco fradicio… mentre il suo amico, Rimskij Korsakov, cercava disperatamente di fissarne sulla carta accordi e note…
In realtà la Notte di Valpurga è un tentativo, fallito, di cristianizzare un’antica ricorrenza “pagana”. O meglio, una delle principali feste del mondo celtico. Beltane, festa della Luce, ché richiama il dio Belenos, il luminoso. E che, non a caso, cade a quaranta giorni dall’equinozio. Quando la Primavera è, ormai, al suo culmine. E il Sole brilla sempre più intenso su una natura vegetale in piena fioritura. Festa della fertilità, quindi. E dell’eros. Perché è Eros, o come volete chiamarlo, che favorisce la rigenerazione e la generazione. Infondendo l’ebrezza in tutte le creature viventi.
Non per nulla Santa Valpurga apre il mese di Maggio. Sacro, presso i latini, a Maia, Dea Madre della Terra e della fertilità. E il Cristianesimo vi sovrappose il culto di Maria, Madre di Dio.
Così Dante vede per la prima volta Beatrice, e se ne innamora, proprio alla festa di Calendimaggio. Quando, a Firenze, le fanciulle indossavano la veste rossa. E danzavano in cerchio, con corone di fiori nei capelli. E veniva loro offerto un ramoscello verde.
Eco dell’antica Beltane. Che, però, aveva ormai perduto gli originari connotati orgiastici. Le danze sfrenate, l’ebrezza. La più assoluta libertà sessuale, in quella notte concessa in deroga a tutte le leggi. Perché i Druidi celebravano la rigenerazione del Cosmo. E a tutti, uomini e donne, era concesso di abbandonarsi a quello che, oggi, potrebbe sembrare un momento di sfrenata licenza. E di lussuria. Che però era rito sacro. E magico.
La memoria, distorta, di tale ritualità arcana, è sopravvissuta nelle leggende e nelle tradizioni popolari sul Sabbah delle Streghe nella notte di Valpurga.
E così, siamo, alla fine, tornati alle Streghe. Prendendola un po’ larga.. Tracciando, tra due punti, non una retta, ma un arabesco…
Alle Streghe che, questa notte, mi sembra di vedere volare nel cono di luce lunare. Una Luna calante, ma intensa, chè ha da poco trascorso il suo culmine. La Luna rosa di fine Aprile, che già richiama la fioritura del Maggio odoroso…
Mi sembra di vederle, i capelli al vento, splendide… Che volano e ridono. E vorrei seguirle, unirmi a loro. Ci vorrebbe una magia. O un unguento incantato…
Temo, però, che farei la fine di Lucio, nella Metamorfosi di Apuleio. E mi muterei in un vecchio asino.
Meglio lasciar perdere. Meglio andare a dormire.