Taliban. Talebani. Ovvero Studenti. Già, perché i temibili guerriglieri che hanno riconquistato tutto l’Afghanistan, e che sono entrati trionfanti a Kabul dopo vent’anni, altro non sono che studenti. O meglio, come loro stessi si definiscono, Studenti Coranici. E sono nati in delle “scuole”, ancorché particolari. Madrase, in territorio pakistano. Improntate alla dottrina Deobandi, sviluppatasi durante il British Raj, dopo la famosa rivolta dei Sepoys. Una dottrina che combatteva la tendenza al sincretismo propria dell’Islam indiano, erede della grande stagione Moghul. Epoca di tolleranza o sviluppo delle arti, che ci ha donato lo splendore del Taji Mahal. Dottrina rigorista quella Deobandi, che trova molti punti di contatto con i Wahabbiti arabi. E non è un caso che le Madrase pakistane fossero finanziate proprio dai Sauditi. E dai Salafiti egiziani. Un Islam paradossalmente “moderno”. Recente. Cresciuto come riflesso di quella modernità occidentale che odia e combatte.
I Talebani non hanno combattuto contro i sovietici e il regime comunista. Erano stati i signori della Guerra a dissanguare l’Armata Rossa. Uomini come il capo tagiko Massud, il leggendario Leone del Panshir. Poi assassinato da emissari di Al Qaeda.
Gli Studenti, guidati dal Mullah Omar con una benda sull’occhio, come un vecchio pirata, sono entrati in gioco dopo. Per porre fine ai conflitti fra capi tribali. E, probabilmente, con la benedizioni di Washington. Oltre a quella di Allah. La dimostrazione, per inciso, che il vecchio detto “i nemici dei miei nemici, sono miei amici” non sempre funziona. O funziona solo a corrente alternata.
Nell’immaginario occidentale i Talebani sono l’islam più fanatico e integralista. Segregano le donne, negano ogni libertà. Oscurantisti e nemici pericolosi. Terroristi.
C’è del vero, naturalmente. Ma anche molti luoghi comuni e menzogne.
Il loro regime aveva combattuto la coltivazione dei papaveri da oppio. Che dopo la “liberazione” occidentale è rifiorita e centuplicata. Terroristi, poi, non sono mai stati. Non vi sono mai stati Talebani fra i jihadisti che hanno insanguinato le vie del mondo. Arabi, sauditi, egiziani… in genere provenienti da famiglie ricche. Spesso educati in Europa e USA. Talebani no. Loro non lasciano le loro terre. Stanno lì, fermi, da millenni.
Per lo più sono pashtun, a parte una, feroce e combattiva, Brigata Uzbeka. Popolo di origine e lingua iranica, islamizzato in profondità. Ma con usi e tradizioni particolari, molto più antiche. Fra questo il famigerato Burka. E l’abitudine di vendere le figlie con matrimoni combinati.
Hanno combattuto per oltre due millenni. Contro i persiani prima. Che dominarono l’Afghanistan al tempo degli Achemenidi. E contro Alessandro Magno. L’unico a domarli, pur per breve periodo. Se lo ricordano ancora. Le madri pashtun minacciano o bimbi capricciosi dicendo “Guarda che arriva Iskandar!”. Il loro Babau. Alessandro il Grande.
Tutti gli altri da loro hanno beccato solo legnate. Russi, inglesi soprattutto. Le sconfitte nelle Guerre Afgane bruciano ancora. Ora gli Americani. Che hanno abbandonato l’Afghanistan con una fretta da far sembrare un ritirata ordinata la famosa fuga da Saigon.
Le città afgane sono cadute nelle mani dei Talebani tutte, in pochi giorni. E quasi senza combattere. Cosa che ha fatto sospettare ai soliti maligni – dei quali faccio parte – un qualche accordo sotto banco. Che mai verrà ammesso.
Certo, ora cominceranno i massacri e le vendette. Noi occidentali fingeremo sdegno. L’ONU promulgherà sanzioni. Condanne a parole. Tante e inutili. Dopo vent’anni di massacri del destino dei popoli afgani, in realtà, non c’importa un beneamato…
Il nostro problema è il Covid. La mascherina. Non ciò che avviene in quel paese remoto, che, al nostro Ministero degli Esteri qualcuno – non dico chi – stenterebbe a trovare sulla carta geografica.
È poi Joe Biden è tanto buono. Democratico, progressista. Cattolico.
Lui non vuole la guerra come quel pazzo di Trump. Infatti ha tolto le truppe dall’Afghanistan. Per dislocarle dalle parti dell’Ucraina…
Di tutto questo, delle nostre paure, delle gabole della politica occidentale, ai Talebani importa poco o nulla. Loro conoscono solo il Corano. Sono studenti. Ma la loro scuola non è in Dad e con i banchi a rotelle. È tra gli aspri monti del Waziristan. Con il fucile in mano.