In attesa di capire quale versione di Draghi guiderà il nuovo governo, non solo i partiti ma anche i corpi intermedi ed i sudditi di Mattarella si interrogano su ciò che potrà succedere davvero. È evidente che i partiti, tutti, si ritroveranno in una situazione di debolezza nei confronti della nuova divinità davanti a cui i media di servizio si sono già prostrati. Convinti, evidentemente, che Draghi camminerà sulle acque, dividerà i mari per risparmiare i costi del ponte sullo stretto, trasformerà l’acqua in vino (rovinando enologi e produttori), resusciterà i defunti.

O forse no. Forse ci si illude, a partire dalla resurrezione. Perché in un recente intervento, proprio Sua Divinità ha chiarito che i soldi pubblici non possono e non devono essere utilizzati per l’accanimento terapeutico con aziende che di fatto sono già morte o che non hanno alcuna possibilità di sopravvivere. È vero che la coerenza non fa parte delle virtù italiche, però potrebbe essere una indicazione da tenere presente, e da condividere. Certo non piacerà al presidente di Confindustria, Bonomi, che tifa per Gualtieri ed i bonus, gli interventi a pioggia, i soldi buttati nelle voragini di imprese decotte. Purché private. Quelle pubbliche, per Bonomi, possono morire. Magari partendo da quella roba vergognosa che è Alitalia.
Ed i lavoratori? Meglio creare nuova occupazione piuttosto di regalare mance per la sopravvivenza tollerando il lavoro nero per aumentare le entrate famigliari.
Ma Sua Divinità aveva anche aggiunto che i soldi non devono essere regalati alle aziende che non ne hanno bisogno. Insomma: se siete capaci, fate impresa con i vostri soldi e diventate grandi; se non siete capaci, non pretendete che siano gli italiani a mantenere i vostri fallimenti.

Chiarito il rapporto con le imprese, il Draghi degli ultimi mesi (che potrebbe anche essere l’opposto del Draghi dei prossimi mesi) aveva anche sottolineato l’importanza fondamentale di una preparazione adeguata per le giovani generazioni. Alzatevi dai divani, studiate, preparatevi, impegnatevi. Non proprio un’esaltazione dei renitenti alla vanga con reddito di cittadinanza. Però impegno e preparazione devono anche essere premiati da contratti adeguati. Draghi su questo concorda, Bonomi no. Forza Italia ed Italia Viva nemmeno.
Anche i settori su cui investire, perché considerati strategici, possono creare malumori. Innovazione e ambiente piacciono ai sudditi, molto meno a chi opera senza investire in settori maturi.
E considerando il braccino corto di molti imprenditori italiani, la mancanza di visione strategica, la scarsa conoscenza dei mercati mondiali, forse per Sua Divinità Draghi sarà più facile camminare sulle acque e dividere i mari.