Il circo non toglie le tende. Senza più pubblico pagante, il duo Mattarella/Draghi resiste ancora un giorno. Perché Sua Mediocrità e l’inquilino del Quirinale vogliono un’uscita di scena clamorosa. Muoia Sansone con tutti i filistei. E pazienza se più che la forza dei capelli hanno adoperato quella dei mercati finanziari e dei padroni di Washington. Dunque lo show prosegue questa mattina alla Camera. Dove Sua Mediocrità potrà togliersi i sassolini dalle scarpe, scagliando massi contro chi ha osato negare la fiducia alla guida assoluta, al maggiordomo di Biden, al banchiere incaricato di impoverire gli italiani.
Dopodiché la sua avventura politica avrà fine e potrà puntare ad un ruolo al vertice della Nato. D’altronde la sua presidenza non è stata altro che una sorta di luogotenenza per conto di interessi stranieri. E poi toccherà a Mattarella. Che dovrà sciogliere le Camere, perché un incarico affidato a qualcun altro, magari del Pd, sarebbe un insulto davvero inaccettabile.
Lo si è visto in questi giorni. Draghi, con un atteggiamento falso e provocatorio, ha sostenuto di essersi presentato al Senato poiché glielo avevano chiesto gli italiani. Gli oligarchi, indubbiamente. Perché in piazza, a Torino, per chiedere a Sua Mediocrità di non dimettersi, erano in 20. Ed a Milano pochi di più. Non proprio un campione significativo degli italiani. Però Draghi ha incassato la solidarietà di Gelmini che ha abbandonato Forza Italia per protesta. Un problema in meno nella presentazione delle liste per le prossime elezioni e nulla d’altro. Avrà tempo per studiare i tunnel tra Svizzera e Gran Sasso.
I suoi ex colleghi del centrodestra, invece, dovranno prepararsi al voto. E saranno dolori. Perché il governo di Sua Mediocrità ha portato l’inflazione a livelli disastrosi, ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie, ha creato confusione sul superbonus, ha fatto crollare la fiducia nel futuro. Per rilanciare l’Italia occorrono idee, ma occorrono anche le capacità per metterle in pratica. E, indubbiamente, il Pd ed i centrini (Renzi e Calenda) godono di un’immagine decisamente superiore a quella di un centrodestra abituato a proporre, per governare, personaggi come l’ultima fidanzata di Berlusconi, Brunetta, Borgonzoni, Lollobrigida ed altri di analogo livello.
Il rischio è che le sinistre, approfittando anche dei chierici di regime che monopolizzano l’informazione, possano impostare la campagna elettorale in modo tale da far emergere la pochezza di una classe dirigente non in grado di affrontare le emergenze.