Lo squallore della vicenda Suarez è evidente per tutti. Il calciatore, su richiesta della Juventus, ha sostenuto un esame di italiano per ottenere la cittadinanza. E, secondo gli inquirenti, l’esame sarebbe stato una farsa. Promosso anche se non spiccica una parola di italiano. Sulle irregolarità si pronuncerà la giustizia, per quello che vale. Ma sono le considerazioni intorno alla vicenda a creare maggior interesse.
Sul Corriere, Gramellini sottolinea le differenze nei giudizi sul caso Suarez e su eventuali esami di italiano rigorosissimi per stranieri che conoscono perfettamente la lingua ma che sono poveri. Con la differenza, fondamentale, che la vicenda del calciatore è reale mentre le altre sono solo ipotesi di Gramellini. Comunque il giornalista del Corriere riporta i commenti favorevoli a Suarez. In pratica sarebbe stato giusto promuoverlo nonostante l’ignoranza perché, con tutti i soldi che guadagna, avrebbe fatto aumentare i consumi. Mentre un povero che conosce lingua e cultura alla perfezione si ritrova a pesare sui conti pubblici poiché deve essere mantenuto.
Ovviamente Gramellini, uno dei simboli del politicamente corretto, evita accuratamente di chiedersi perché chi sa giocare con una palla come fosse una foca deve guadagnare 10 milioni di euro netti all’anno mentre un conoscitore della cultura debba ritrovarsi disoccupato o sotto occupato e, soprattutto, sotto pagato. Lui, Gramellini, preferisce la solita solfa sugli stranieri, sulla diversa percezione. Perché è assolutamente naturale preferire una immigrazione di raffinati intellettuali, di medici, ricercatori, ingegneri, informatici, piuttosto di spacciatori, di sfruttatori, di rapinatori. Ma è molto meno naturale, soprattutto in un Paese ricco di cultura antica come l’Italia, dare per scontato che un esperto di cultura sia povero o semplicemente disoccupato, a prescindere dalla cittadinanza.