L’inviato del New York Times, Jason Horowitz, dopo aver messo sotto accusa il governo Conte e le Regioni per aver sottovalutato il pericolo coronavirus, torna a fare il punto sul nostro Sud Italia.
Come evidenzia Horowitz, l’epidemia da coronavirus si è diffusa soprattutto nel Nord del Paese, dove ha messo a dura prova uno dei sistemi sanitari più efficienti d’Europa. Ma è il sud nei suoi punti deboli, povertà e disoccupazione, a preoccupare il governo. La paura maggiore è che il crimine organizzato sfrutti la crisi finanziaria per erogare liquidità e, in alcuni casi, cibo. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ad esempio teme che la criminalità locale possa cercare di sfruttare la crisi per insediarsi nel tessuto economico del Paese. Proprio per questo ha previsto un pacchetto di aiuti per frenare la diffusione del crimine organizzato.
Anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato ai giornalisti che i boss della mafia si stavano incontrando attraverso videoconferenze con i proprietari di molte aziende del Sud.
Il giornalista del prestigioso quotidiano americano sostiene, con convinzione, che il coronavirus ha fatto emergere le debolezze dei governi, dei sistemi e società in tutto il mondo. In Italia ha messo in evidenza il divario tra Sud e Nord del nostro Paese.
La sospirata Fase 2 spaventa tanto i governatori meridionali. La paura è che, a partire dal 4 maggio, il virus devasti le regioni del sud, tanto da spingere i leader meridionali, a mettere al bando i settentrionali.
Una guerra, quella del sud, combattuta su più fronti ed a rischio di un possente massacro economico. È sempre viva da parte dei governatori del sud l’idea che i poveri, abituati a cercare lavoro nell’economia sommersa, possano accentuare la già nota diseguaglianza economica e sociale tra Nord e Sud.
L’assistenza sanitaria nel sud Italia resta ancora un cocktail micidiale di corruzione politica, cattiva gestione e influenza preponderante del crimine. La cattiva gestione, prima dell’avvento del virus, è dimostrata dal fatto che molti meridionali si recavano al Nord per risolvere problemi medici. È chiaro a tutti che il sistema sanitario del sud non può reggere il confronto con quello del nord.
Paure che sono aggravate, secondo Horowitz, dai problemi economici preesistenti prima del virus. La disoccupazione nel Sud Italia si aggira intorno al 18 per cento e corrisponde quasi al triplo di quella del Nord, mentre il tasso di disoccupazione giovanile, secondo l’Istat, è intorno al 50 per cento. È inquietante che 3,5 milioni di lavoratori irregolari rappresentino circa il 12 percento del Pil del Paese.
La presenza diffusa nell’area di lavoratori in nero dimostra come, in momenti di emergenza, non sia possibile accedere al pacchetto di aiuti del governo. Probabilmente rappresenta un errore strategico non concentrarsi, dati i piccoli focolai, all’apertura del Sud prima del Nord.
Ma davvero i lavoratori del sud, come sostenuto da Vittorio Feltri pochi giorni fa nella trasmissione “Fuori dal coro” condotta da Mauro Giordano, sono “meno produttivi” (inferiori direi troppo azzardato) dei lavoratori del Nord?
Forse il buon Feltri si è espresso male ma è innegabile che vi sia un pesante divario tra i lavoratori del Sud e quelli del Nord. Innanzitutto la dimensione media delle aziende meridionali è minore rispetto a quella del Centro-Nord. Le imprese meridionali oltre a essere piccole, raramente si costituiscono in gruppi e l’Istat mette in evidenza che più le imprese sono piccole e isolate, meno sono produttive. È proprio Feltri in un tweet a giustificare un pesante divario “mi pare del tutto evidente che il sud e la sua gente siano economicamente inferiori rispetto al Nord. Chi non lo riconosce è in malafede. L’antropologia non c’entra con il portafogli. Noto ancora una volta che le mie affermazioni vengono strumentalizzate in modo indegno. Non credo ai complessi di inferiorità. Credo che in molti casi i meridionali siano inferiori.”
Forse sarebbe meglio riflettere non sulla inferiorità antropologica dei meridionali (sicuramente inesistente), quanto piuttosto alle disparità economica tra nord e sud.