Nonostante la guerra della banda Speranza contro i negozi tradizionali, anche le catene dei supermercati non vivono un momento particolarmente felice. Acquisizioni, accordi e, in contemporanea, chiusure di punti vendita situati in zone non sufficientemente remunerative. Mentre i Comuni, per far cassa, favoriscono la costruzione di nuove strutture per altri supermercati e discount, anche uno attaccato all’altro.
Con il brillante risultato di enormi scatoloni che, a distanza di pochi anni, si ritrovano vuoti ed abbandonati mentre i dipendenti si ritrovano senza lavoro dopo aver distrutto l’occupazione nei piccoli negozi di vicinato dei vari quartieri.

A complicare ulteriormente la situazione ci sono i legami di alcune grandi cooperative della distribuzione organizzata con i politici di riferimento nei partiti della sinistra italiana. Che, di fronte alla crisi del settore, sono alla disperata ricerca di un cavaliere esterno che possa investire una carrellata di soldi per evitare licenziamenti ma anche e soprattutto per farsi carico di una lunga serie di grandi edifici del tutto inutili.
Non si possono lasciare alla mercé di occupanti abusivi le strutture dei supermercati abbandonati, non si possono lasciare investimenti sbagliati nei bilanci delle cooperative. Dunque qualcuno, con tanti soldi, deve farsene carico per evitare che le elezioni puniscano chi non ha tutelato le cooperative. Questo spiega anche l’interesse di alcuni politici nei confronti di enti che hanno le risorse per simili interventi. Anche a costo di inventarsi procedimenti giudiziari pur di far piazza pulita di eventuali oppositori. Certo che commissariare un ente non è proprio un intervento irrilevante e persino un’oppofinzione sempre distratta riuscirebbe a reagire.