Per decenni ci hanno raccontato che la tratta ad alta velocità ferroviaria tra Torino e Lione era indispensabile per gestire il traffico merci in continua crescita tra Italia e Francia. Ed anche ora che i pentastellati al governo avanzano qualche dubbio sull’ultimazione dell’opera, gli strenui difensori della Tav riprendono la solita solfa sulla necessità dell’alta capacità ferroviaria per il trasporto merci.
Poi, però, arriva un politico che difende l’alta velocità ma raccontando la verità. “Per il trasporto merci – assicura Roberto Rosso – la tratta fondamentale per l’Italia è la Genova Rotterdam, non la Torino Lione”.
D’altronde sulle linee ferroviarie italiane per l’alta velocità non passa neppure un treno merci.
“Ma il collegamento con Lione – prosegue Rosso – è determinante per il futuro di Torino. Perché sarà possibile raggiungere Parigi nello stesso tempo che serve per arrivare a Roma. Dunque la capitale piemontese sarà baricentrica tra due delle principali città europee. Cambia completamente lo scenario, crescono le opportunità per un Piemonte che è rimasto drammaticamente fermo in questi ultimi anni”.
E le merci?
“Per le merci è fondamentale la puntualità, non cambia nulla se il tempo di percorrenza è più lungo di qualche ora. Basta che si sappia il momento dell’arrivo. Per le persone, invece, il tempo è fondamentale. Lo si vede adesso con il collegamento con Roma. E in futuro sarà lo stesso con Parigi”.
Per Rosso, dunque, è l’Italia, e soprattutto Torino, ad aver bisogno della Tav, non la Francia.
“Parigi è collegata con il resto d’Europa con una serie di infrastrutture che transitano a nord delle Alpi. Quindi non ha l’urgenza di una linea ferroviaria che colleghi con l’Italia. Noi, invece, rischiamo l’isolamento o, comunque, di essere penalizzati dai lunghi tempi di percorrenza. Ma al di là delle preoccupazioni degli ambientalisti, il vero problema è rappresentato da chi ha paura di confrontarsi con il resto d’Europa poiché, evidentemente, si sente inadeguato, impreparato, perdente. È su questo fronte che si deve intervenire, ed anche rapidamente. Serve una formazione adeguata, una preparazione migliore. Ed un coraggio che era tipico dei piemontesi e che sembra svanito in questi anni di correttezza politica”.