Corso di Alta Formazione in Antropologia della Salute nei Sistemi Complessi a La Torre, lezione “Antropologia, Fame, Salute e Medicina” di Augusto e Cesare Grandi.
Nasce dallo scambio in aula, la riflessione sul cibo, la salute, il futuro, la bellezza del mondo, così difficile da riconoscere, preservare e valorizzare nella fragilità di questo mondo.
La storia del cibo cambia, le tecnologie spingono la ricerca gastronomica a investire su nuove lavorazioni, la qualità del cibo non è apprezzata né tantomeno riconosciuta, gli italiani in Italia mangiano sushi, poke e kebab, ma scelgono italiano all’Estero. Perché? Quale cambio di rotta sarebbe necessario?
Emigrazione e vacanza. Viaggio e radicamento.
Temi inscindibili, oggi da intavolare, in tutti i sensi, su tutti i livelli.
Negli anni ’60 e ’70, i ristoranti etnici a Torino erano pugliesi, toscani, calabresi, oggi l’etnicità è cambiata, si è allargata, le possibilità di scelta aumentate in modo drastico e complesso, ma il mercato alimentare ha scelto di ridurne la variabilità al fine di una standardizzazione che a livello economico produce di più. La forbice che divide i piccoli dai i grandi produttori si allarga, e delle realtà tradizionali rimane difficile preservarne la continuità.
Cambia la definizione di “casa”, “terra”, “cibo”. Cambiano le nostre tavole, cambiano i gusti. E il nostro genoma palatale?
Tutto cambia, anche casa nostra. Mare “nostrum”, non è più nostro. Lo viviamo noi, lo vivono i nostri vicini di casa: Mediterraneo.
I giovani tra i 20 e 30 anni in Tunisia, oggi non si sentono più arabi, si riconoscono nell’etnia berbera presente sul territorio prima dell’invasione turca. Ricerca di radici, bisogno di appartenenza alla Storia, all’antropologia, verso la propria origine.
Una storia che ci lega, la Storia di Popoli di confine, legati dall’acqua. Confine, dal latino confinis, con – finis, con lo stesso fine, davanti allo stesso mare, che tante volte ci ha diviso, ma molto più spesso unito.
Da qui nasce il Corso di Antropologia e Scienze della Pace in partenza il prossimo anno, a La Torre di Maurizio Grandi.
Italiani senza storia, radici o senso di appartenenza. Ma non sempre. È nel momento in cui andiamo fuori, che ci riconosciamo.
Il ristorante italiano all’estero: la nostra ambasciata.
Il diritto d’asilo per salvarci da un mare in tempesta, in territori sconosciuti.
Cibo è salvezza. Sopravvivenza. Mare e Terra. Ignoto e Certo. Casa.
Confini che nessuno riconosce, se non sul confine. È uscendo di casa che si torna a sentirne la mancanza, quando non c’è la patria che si sogna la bandiera. Non fuga senza radici, ma scoperta antropologica, ecco la proposta per i giovani studenti, ricercatori, docenti, verso le Università oltre mare.
Da uno scambio tra culture, a una rivalorizzazione del nostro patrimonio gastronomico, botanico, agricolo, linguistico.
Dall’aridità della conoscenza, all’idratazione attraverso la cultura.
Diritto all’identità, jus in bello, jus ad bellum, si torna alle basi, diritto alla vita.
Manca la nostra cultura.
Manca il senso.
Manca la Terra.
Manca la Madre.
Manca l’Uomo.
Uomo e donna. Terra, trasformazione, lavorazione, cibo e quindi, Vita. Istinto e ragione.
Chef in francese, dal latino caput, capo. Capi e comandanti. L’autorità degli uni è spontaneamente e tacitamente accettata, l’autorità degli altri è spesso subita. I primi, personalità spiccate che emergono per una sorta di carisma naturale, coinvolgente, trascinante, si impongono spontaneamente, preminenza indiscussa. I secondi si impongono per le proprie doti morali, le responsabilità del gruppo vengono affidate loro sulla base di una valutazione razionale. L’autorità ideale fonde le doti innate del capo con le capacità acquisite del comandante. Innato e acquisito. Raccolto e lavorato.
” Nessuno può ben comandare se prima non ha imparato ad obbedire ” (Seneca).
Uomo e donna. Istinto e protezione, cura e lotta. Sacrificio e amore,
Alle persone non piace sentirsi dire che seguono il gregge, in realtà, sarebbe già un vantaggio perché oggi non esiste neppure il gregge, ne esistono mille, nessuno legato all’altro. Non c’è più il pastore. Manca la connessione, manca quella figura.
C’è bisogno di contaminazione che crea ricchezza, rispetto che preserva la biodiversità, c’è bisogno di Bellezza. Quella che nasce sulla tavolozza di mille colori, dal continuo mescolamento di pennellate diverse, non omogenea unione, marrone insolvibile, ma dinamiche possibilità.
Addestramento alla qualità, alla variabilità, alla bellezza. Il nostro progetto coinvolge il ristorante la Limonaia di Cesare Grandi, la farmacia Etnopharma di Laura Roselli e il centro di ricerca e formazione La Torre di Maurizio Grandi.
Il calice di vino che racchiude i segreti della terra, le piante che preservano la nostra sopravvivenza, la rete che crea la struttura. Tre sogni, tre vite, tre realtà. Per la contaminazione della tavola attraverso cura e cultura.
Vi aspettiamo!