La “teoria degli antichi astronauti” o “teoria del paleocontatto” ipotizza un contatto tra antiche civiltà umane ed extraterrestri. Sviluppatasi a partire dal XX secolo, non trova ancora un “punto di ancoraggio” condiviso nella comunità scientifica. Tale teoria rientra perciò nelle aree tematiche controverse della archeologia misteriosa e dell’ufologia, nonché dell’archeologia spaziale.
La teoria degli antichi astronauti
Origini
La nascita di queste teorie risalirebbe al 1960; periodo in cui le teorie riguardanti il presunto contatto tra antiche civiltà umane ed extraterrestri diventarono abbastanza popolari da stimolare l’immaginario comune tanto da essere al centro di alcune pubblicazioni dell’epoca. Tra queste, i best seller “Non è terrestre” (1968) e “Astronavi sulla preistoria” (1972).
L’entusiasmo diffuso rispetto alla teoria del paleocontatto deriverebbe però da un precedente periodo – quello degli anni ’50 – caratterizzato dalla diffusione dell’ufologia; alle tesi elaborate da alcuni esponenti di tale teoria si unirono anche alcune testimonianze documentate di avvistamenti di UFO. Proprio nell’ambito dell’ufologia, si sviluppò a questo proposito la branca della paleoufologia, riguardante presunte apparizioni o contatti tra ufo e umani durante il periodo preistorico.

Diversi punti di vista
La nascita di tali teorie ha visto però formarsi, con esse, schieramenti diversi rispetto all’influenza che entità extraterrestri avrebbero esercitato sull’umanità. Mentre i paleoufologi sostengono che i contatti alieni sarebbero avvenuti secoli addietro, i sostenitori della teoria del paleocontatto credono che l’influenza degli extraterrestri abbia plasmato l’evoluzione della civiltà umana. La teoria degli antichi astronauti non si ferma però qui; sembrerebbe, per giunta, necessaria la messa in discussione la teoria evolutiva di Charles Darwin e la sua sostituzione con tesi creazioniste. Secondo queste ultime, gli umani sarebbero il frutto di una sperimentazione genetica extraterrestre.
Chi sono i divulgatori
Tra i principali divulgatori delle teorie riguardanti gli antichi astronauti, l’italiano Kolosimo (scrittore e giornalista), lo svizzero Von Daniken (archeologo e scrittore) ed il francese Charroux (pseudoscienziato francese). Kolosimo e Von Daniken produssero, a partire dagli anni ’60, una serie di opere letterarie diffuse in tutto il mondo e sostenute, inaspettatamente, anche da alcuni religiosi come il pastore statunitense Downing e il sacerdote spagnolo Freixedo. Molti altri autori, seguendo la scia di interesse popolare che andava via via crescendo, realizzarono teorie partendo da questi scritti e supportandoli da interpretazioni particolari di testi sacri e mitologici.

Le ipotesi alla base del “paleocontatto”
Sebbene esistano diverse credenze alla base della teoria del paleocontatto, tutte fanno riferimento a dei filoni di argomentazioni condivise tra gli studiosi di tale teoria.
La prima ipotesi riguarda il fatto che la specie umana sia il risultato di esperimenti genetici condotti da organismi alieni sui primati, antenati dell’uomo. L’evoluzione degli ominidi sarebbe stata dunque accelerata dagli extraterrestri. L’idea alla base di questa concezione neocreazionista risiede nel fatto che il tempo impiegato dall’Homo sapiens per raggiungere, evolutivamente parlando, la situazione odierna, è breve (300.000 anni) rispetto al tempo impiegato da altre specie ad innescare tale meccanismo evolutivo.
In secondo luogo, le prove degli avvenuti contatti tra civiltà extraterrestri ed umane sarebbero da ricercarsi nell’arte di civiltà antiche quali egizi, maya, aztechi, e popoli della Mesopotamia, nonché romani. Questi popoli lasciarono delle tracce “aliene” nelle loro opere d’arte. Inoltre, indizi della presenza extraterrestre sono presenti in testi come la Bibbia e il Rāmāyaṇa. Successivamente, durante il Medioevo ed il Rinascimento si dipinsero opere artistiche raffiguranti navicelle spaziali.
La terza argomentazione “valida” a supporto di tali teorie risiede nel ritrovamento di OOPArt; oggetti anacronistici dal punto di vista tecnologico rispetto all’epoca in cui sono stati creati.

La comunità scientifica
Complessivamente, la teoria degli antichi astronauti non trova sostegno alcuno nella comunità scientifica. Non esistono infatti, ad oggi, dei reperti comprovanti la presenza di alieni ed oggetti volanti non identificati. Certo è, però, che tali teorie hanno ispirato l’immaginario e la fantasia, stimolando un impulso creativo riversatosi nella creazione di romanzi, film e serie tv fantascientifiche.
Se la teoria degli antichi astronauti non vi ha convinto, ma se non altro ha stimolato in voi qualche fantasticheria rispetto l’Ignoto, è consigliabile la visione di alcuni capolavori cinematografici ad essa ispirati: “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick; “Il quarto tipo” e “Prometheus” (2012) di Ridley Scott; “Alien vs. Predator” di Paul Anderson.
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