La notizia è che il Texas ha riaperto. Basta lockdown – che, per altro, negli States sono sempre stati molto, ma molto all’acqua di rose… – niente distanziamenti, niente mascherine…. E questo in totale indipendenza dal numero dei vaccinati…liberi tutti insomma… e, per di più, i contagi sono vertiginosamente crollati. Forse anche perché, lì, non conteggiano i falsi positivi asintomatici….E gli statistici sanno fare il loro lavoro…
Certo, non è poi una gran notizia. Oltre 20 Stati americani si sono comportati allo stesso modo, molti precedendo quello della Stella Solitaria. Facendo valere i diritti e le libertà di una Costituzione federale. Dove i Governatori sono davvero tali, e non delle tristi parodie di cacicchi di provincia. E possono tranquillamente infischiarsene delle pressioni dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Inquilino, per altro, abusivo.

Già, perché questo è uno strano mondo. Dove la massima potenza mondiale ha, alla sua testa, un signore che ha perso le elezioni (e lo sanno perfettamente tutti) mentre la più grande istituzione religiosa ha due papi, uno emerito, l’altro… molto meno emerito. Prodigi del nuovo millennio. Che però, a me, ricordano vecchie storie medioevali, Papi e Antipapi, Usurpatori et similia… Solo che un tempo erano, per così dire, più eleganti…
Comunque, torniamo al Texas. Libero. Come dicevo non l’unico degli States, dove la rivolta contro le imposizioni di limitazioni alla libertà – patrocinate da un “presidente” (con la minuscola) che, per puro caso, è stato lautamente finanziato dai colossi farmaceutici – stanno suscitando una rivolta dilagante… Tuttavia, se questo avviene nel Wyoming fa un effetto. Nel Texas un altro.
Perché, anche ad essere deboli o totalmente ignoranti in geografia, il Texas è qualcosa che parla alla nostra immaginazione. O, per lo meno, a quella di alcune generazioni delle quali fa parte la mia.
Insomma, possiamo anche non sapere dove si trovi il New Hampshire, confondere la Pennsylvania con l’Ohio, ma del Texas sappiamo. O, per lo meno, abbiamo una sorta di memoria mitica.
Un mito nutrito da una narrazione, da un personaggio che è e resta per noi l’incarnazione del leggendario Far West. Anche se è una invenzione tutta italiana.
Sto parlando, ovviamente, di Tex. Tex Willer, per voler declinarne nome e cognome. E, per i suoi amici Navaho, Aquila della Notte.

Non vi è praticamente nessun uomo, ormai coi capelli grigi o candidi, che , cresciuto tra gli anni, 60 e gli ’80, non si sia appassionato agli Albi di Tex. E prima ancora alle strisce. Tanto che l’ eroe scaturito dalla matita (e dal genio) di G. B. Bonelli è ancor oggi oggetto di culto, collezionismo, commenti e discussioni.
Un culto, per altro, trasversale. Ché è condiviso da chi, in quegli anni violenti e appassionati, militava su fronti opposti.
È vero che, secondo la vulgata corrente, Tex sarebbe un eroe “di sinistra”. Amico degli “indiani”, avverso ai grandi proprietari terrieri. Antirazzista, pur provenendo dal Sud. Però ha anche altri risvolti, che non potevano non piacere anche dall’altra parte. A destra, per semplificare. Il profilo che ricorda quello del, giovane, John Wayne. Il senso dell’onore e la tendenza a farsi giustizia in modo spiccio. Alcuni risvolti “esoterici”, nella lotta infinita contro il malefico Mephisto… Insomma certo non era un liberal o un radical chic. Magari un… Anarca. E poi, se Ernesto Che Guevara era un appassionato lettore di Salgari, non vedo perché io, nel mio piccolo, non avrei dovuto conciliare Nietzsche ed Evola, Spengler e Berto Ricci con Tex Willer ed i suoi “pard”…

Va beh… Mi sono fatto al solito prendere dall’onda dei ricordi e sono uscito dal solco. Nel quale, però, ora ritorno.
Perché vedete, la notizia del Texas che decide di riaprire tutto alla faccia di Biden e Bill Gates, l’immagine dei giovani texani che festeggiano bruciando pubblicamente le loro, odiate, mascherine, mi ha fatto pensare al nostro, vecchio, Ranger. Ad Aquila Solitaria. Al suo spirito ribelle. Insofferente alle imposizioni. Alle limitazioni di quella libertà che inseguiva a cavallo sulle desertiche e insidiose Mesas. E sapeva difendere col revolver in pugno. Mi sembra incarnare bene un certo spirito…che è lo spirito del Texas, il mito di Alamo e così via… Anche se Tex è, come dicevo, un’invenzione italiana.. La creazione di un italiano. Che forse, però, sognava un animo ed un popolo diverso. Non certo quello di chi tutto subisce per paura, tornaconto, meschini interessi… Per rappresentare questo non si può usare un personaggio come Tex. E neppure Pulcinella a dire il vero. Che una sua dignità l’ha sempre, pur in modo buffonesco, mantenuta e difesa…