Le Terme le ho scoperte tardi. In un momento, diciamo così, di crisi. Di che crisi, poi si trattasse – esistenziale, sentimentale, filosofica… – non saprei ora dire… sinceramente perché di anni ne sono passati molti. E poi… perché forse, di ricordare proprio non mi va…
Comunque, in quell’occasione, scoprii i piaceri delle Terme. I bagni nelle acque calde. La sauna. Il bagno turco. I massaggi. Più tardi, a Montegrotto, anche i fanghi.
Soprattutto, però, scoprii il sapore, dolce, della lentezza. Di una noia un poco indolente. Le passeggiate nel giardino dello Stabilimento termale. Tutte cose che avevano un fascino sottile. Certo, velato da una patina antica. Ma non, come credevo prima, vecchio. Anzi…
Ricordo con particolare piacere le Terme di Fontecchio, alle pendici di quella gemma che è Città di Castello. Terme vecchie, si potrebbe dire. Per lo meno lo erano allora. E di anni ne sono passati parecchi
Tutte bianche. Con le scritte in capitale romana, secondo l’uso degli anni venti del ‘900. Un ampio parco, un poco trascurato, forse… Ma era Dicembre, l’8, e andai anche su, alla città, a visitare una mostra di presepi. E a sentir suonare gli zampognari. In un contesto che sembrava davvero sospeso fuori dal tempo.
Aggirandomi per il parco termale, mi venivano in mente passaggi di libri letti molto tempo prima. “La montagna incantata” di Mann, con quel discutere, malinconico e appassionato, del senso della vita. Restando sospesi sul ciglio della morte.
Ed anche ricordi più lievi, però. Come “El balneario” di Vasquez Montalbàn. Una delle indagini più suggestive di Pepe Carvalho. Soprattutto per il contesto. Antiche Terme arabo – romane in stile moresco. Teatro di una sequela di sanguinosi delitti. In perfetta armonia col nome del corso d’acqua su cui sorgono: il Fiume di Sangue…
Per altro, Pepe si trova lì per cercare di smaltire gli eccessi alimentari. Cui il personaggio tende ad indulgere. Specchio del suo autore, appassionato e raffinato gastronomo.
Comunque, lì a Città di Castello, Carvalho si sarebbe trovato a suo agio. Terme, certo. Ma che, altrettanto certamente, non erano il luogo per diete e depurazioni…. Vista la cucina, un trionfo di profumi e di sapori, sospesi fra Umbria e Toscana… E porzioni degne di questo nome… e di una lunga tradizione.
Le passeggiate nel parco, mi riportavano anche memorie di film. Uno in particolare, anche se, ora come ora, non saprei dire perché…
“Oci ciornie” di Mikhalkov. Con, forse, il miglior Marcello Mastroianni che abbia mai visto sullo schermo. Indolente. Nostalgico. Pigramente tormentato…
A Fontecchio vi era il vero percorso termale romano. Una vasca d’acqua gelata, il frigidarium. Una bollente. Il calidarium. E poi quella più grande. Dove abbandonarsi e rilassarsi a lungo. Il Tepidarium. E ti sentivi una meraviglia….
Oddio, a fare il percorso completo eravamo, a memoria, non più di tre. Io, e due scandinavi. Gli altri, nell’acqua tiepida, ci guardavano come se fossimo pazzi… con qualche ragione, visto che, dal Frigidarium, uscivamo praticamente blu…
La sensazione più forte, e pervasiva, non era, però, lo chock termico. Piuttosto quello di vivere, per un attimo, in un’altra epoca. Come se le acque – gelide, roventi, tiepide – operassero una sorta di magia temporale. E ti facessero ritrovare tra altri uomini, avvolti in lunghi teli bianchi. Uomini dai volti forti. Segnati da rughe e, talvolta, ferite. Che parlavano fitto. Con voci basse. Profonde. Uomini che lì decidevano le sorti dello Stato. Tessevano politiche ardite. Congiuravano…
Fantasie, certo…
Ma i luoghi hanno uno strano potere. Una sorta di memoria. Un vissuto del passato che, però, permane. E a volte riemerge in un groviglio di sensazioni. Molte Terme sono antiche. Risalgono ad epoca romana. O addirittura precedente. Ed esercitano una loro sottile magia. Come se i frequentatori di oggi non fossero che ospiti, a malapena tollerati. E i veri signori di quei luoghi restassero sempre gli stessi…
I fantasmi, verrebbe da dire… Ma, se penso a come sono ridotti gli stabilimenti termali oggi, mascherine, distanze, tamponi per poter accedervi… Mi viene il sospetto che i fantasmi, inconsistenti ed effimeri, non siano quegli uomini antichi. Che in quei luoghi ancora proiettano la loro ombra. Che in quelle acque ancora si immergono….