Il messaggio o forse un messaggio è quello che manca sempre di più alle produzioni odierne. Dietro intere saghe cinematografiche, serie televisive dal numero infinito di stagioni e produzioni varie spesso non c’è nulla di concreto a tenere vivo l’interesse, nulla da trasmettere a chi segue con passione lo svolgersi di una storia.
Una storia o meglio “Ti racconto una storia” è il reading-spettacolo prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni, con musiche di Jonis Bascir, che raccoglie appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista Edoardo Leo ha raccolto dall’inizio della sua carriera ad oggi.
Uno spettacolo eccezionale e perfetto nella sua semplicità, nella capacità di passare da momenti di fragorose risate ad altri di notevoli spunti riflessivi, l’ennesima conferma di quanto Leo abbia da trasmettere a chi lo segue. L’attore romano reso celebre dai tre film di “Smetto quando voglio” continua a stupire dopo i due eccezionali docufilm sul mentore Gigi Proietti e sulla definizione di “potere” nell’antica Roma.
Le modalità di lettura, la storia a ritroso per scoprire come (e quando) funzioni una barzelletta, la grande verità sugli amici di una comitiva divisa tra coloro che sanno raccontare davvero un aneddoto, quelli che tendono a ingigantirlo (spoiler: tutti!) e quelli che proprio non ce la fanno e finiscono col perdersi l’attenzione degli altri che per rispetto e amicizia saranno costretti alla risata di circostanza valgono da sole il prezzo del biglietto.
La battaglia dei sessi, l’umorismo regionale (si proprio come la cucina) che si articola in modi diversi tra Roma e Napoli, tra il Nord e il Sud dell’Italia e la presa in giro sulle nuove trovate dei fan che dall’autografo son passati prima a richiedere il selfie e ora alla telefonata immediata ad un parente col quale farti interloquire rappresentano altri ingredienti della performance da one man show.
Un palco semplice arredato da luci (classiche lampadine) e libri, molti libri, le letture che comprendono anche articoli di giornale e testi di autori più famosi come l’esilarante decalogo sul cambio del pannolino di Alessandro Baricco rappresentano la scarna, ma al tempo stesso curata, scenografia.
Si esce dal teatro felici, spensierati e arricchiti in un’epoca in cui tutte e tre le cose mancano sempre troppo nella quotidianità.