Gli italiani, notoriamente, sono poco sportivi. Pigri e indolenti. Nonostante la recente moda salutista, che ha fatto fiorire palestre e, come si suol dire, Centri Fitness. Che poi, se non ho capito male, sono la stessa cosa. Solo riservati ai fighetti.
Comunque anche se sportivi non siamo, non pratichiamo, restiamo, probabilmente, il popolo più tifoso d’Europa. Il che equivarrebbe quasi a dire del mondo, se non fosse per i nostri cugini stretti dell’America Latina. Su tutti i Brasiliani, naturalmente. Ho il vago ricordo del numero, elevatissimo, di suicidi intervenuti dopo che il Brasile venne eliminato proprio dall’Italia ai Mondiali di Spagna. Un Brasile stellare: Falcao, Junior, Eder, Zico, Socrates… E un’italietta che aveva stentato a passare il primo turno. Riuscendovi in modo rocambolesco solo grazie ad un goal di Ciccio Graziani – ormai fisicamente alla frutta – a quella saracinesca umana che era il portiere del Camerun, N’komo….
A differenza dei Brasiliani, o, più vicini, degli Hooligans inglesi – leggetevi Nick Hornby “Febbre a 90”- noi non siamo, però, tifosi solo della Dea Eupalla, come la chiamava quel geniaccio di Gianni Brera. Noi siamo Tifosi. Punto. Di tutto e in tutto. E il tifo è ciò che, in qualche misura, determina le nostre scelte in tutti gli ambiti della vita. Anche, anzi soprattutto in quelli dove sarebbe meglio fermarsi e provare a far funzionare un po’ l’encefalo. Ovvero a pensare, senza ripetere come scimmie ammaestrate – e mi scuso con le scimmie- slogan del tipo :Chi non salta *** è… È. Chi non salta *** è… È…
E tutti giù a saltare. Felici e contenti. Felici di cosa, poi, non è mai dato sapere. Ciò che conta è saltare insieme agli altri. Sentirsi parte di un qualcosa di collettivo. E guardare con disprezzo, se non con odio, chi allo zompo corale non si presta…..
L’italiano è tifoso per, diciamo, natura. Un mio amico sostiene che tutto deriva dai guelfi e ghebellini. Il gusto della faida che fa parte della nostra anima.
Solo che dai tempi degli Uberti e dei Donati, è cambiato un parametro fondamentale. Quegli “italiani” – che erano poi italiani veri, senza bisogno di questa farsa della, cosiddetta, unità nazionale, – avevano il gusto del sangue e della spada. Nella versione plebea, del coltello o della roncola. Erano faziosi, ma tosti. Dante ne è il più alto esempio.
Quelli di oggi, invece, sono sì tifosi. Ma fiacchi e flaccidi. Tifosi da salotto. Da bar. Le cui opinioni (se tali è lecito chiamarle) sono determinate dalla vulgata corrente. Ovvero dal Mainstream. Come dicono quelli che si danno le arie di sapere l’inglese…ma io, che sono zotico, preferisco vulgata.
Così abbiamo assistiti a una sorta di derby tra vax e no vax, che ha dominato la scena per un paio d’anni. Non sentivi parlare di altro. Esisteva solo il Covid, il vaccino e la fottuta paura di morire.
Tutti virologi. Tutti Burioni in sedicesimo (manco il televirologo fosse un gigante del pensiero)… Tutti a dissertare se fosse meglio il Pfizer, il Moderna, il Johnson (che avrebbe anche benefici effetti sui capelli) o il… Calbestron… Come ebbi a dire a un collega che mi chiedeva per quale vaccino io fossi. Mi guardò perplesso. Ma gli avevo spudoratamente mentito. Personalmente preferisco il Fiore Napoletano. Chi gioca a bridge avrà sicuramente capito. Gli altri… abbiano pazienza.
Comunque, la passione di parte vaccinale sta ormai scemando. Il Corrierone – massimo organo mediatico della grande menzogna – ha ormai relegato il lugubre elenco dei decessi in 13° pagina.
Perché le prime dodici sono tutte per lui. Putin. E per lei, la povera Ucraina…
Tutti geopolitici. Tutti strateghi militari. Tutti esperti di storia e letteratura paleo slava. E di filologia russa. Anche quelli che hanno seri problemi col congiuntivo italiano. E per i quali il gerundio è uno strano lemure che vive nel Borneo.
Naturalmente tutti questi fanno il tifo. E lo fanno, in maggioranza, per quello che gli dicono i TG. Le maratone di Mentana, e Barbara D’Urso. Con gli occhioni lacrimanti e le frasi sdolcinate di commozione. Mentana e Tg, spengo direttamente la TV. Barbara tolgo l’audio. Un’occhiata la merita sempre…
Io non sono, per carattere, tifoso. Se non per il fatto che tengo per la Juve, avendo visto, da bambino, giocare Omar Sivori in banconero. Questo mi rende sodale con l’amico Bartolo. E mi permette di sfottere il Direttore. Che è del Toro, perché ama soffrire…
Comunque se la Juve fa pena, come quest’anno, non ci perdo certo il sonno…
Quindi il tifoso fanatico, ottuso al mondo, incapace anche solo di concepire qualcosa di diverso da…stavo per dire: da ciò che lui pensa. Ma mi rendo conto che sarebbe più esatto: da ciò che gli è stato detto di pensare. Perché il tifoso ha scelto di adorare un Idolo. E gli idoli non ammettono pensiero. Solo prona, e ottusa, venerazione.
Putin ha invaso l’Ucraina. È un imperialista….
Certo, non è un santo, però in Ucraina la minoranza russa veniva perseguitata ferocemente dal 2014…
No. Sta ammazzando i bambini.
Vero. Nella guerra muoiono tanti innocenti. Bambini ucraini e bambini russi del Donbass…
Putin è un guerrafondaio.
Vero. Ma Biden che lo ha provocato in tutti i modi che cosa è?
I russi sono nostri nemici…
Magari se non imponevamo le sanzioni e non portavamo armi agli ucraini, se Draghi non si fosse subito proclamato in guerra con la Russia – perché in sostanza questo ha detto – forse, dico forse, i russi non ci considerebbero tali…
Discorsi oziosi. Da Bar dello Sport. Come quelli di qualche giorno fa su Vax e No Vax. Mi becco del filorusso oggi, come dell’untore ieri. Un giovanotto mi dà, addirittura, del comunista… Uno che quando è caduta l’URSS manco era nato..
Ma la colpa è mia. Coi tifosi non ha senso discutere o, peggio, tentare di ragionare. Io, in fondo, non ho niente da insegnare. Ho solo domande e dubbi. Loro hanno la Verità. Gliela ha detta Mentana ieri sera…