Torino capitale mondiale del tennis. E tutti ad esaltarsi per la visibilità, per la notorietà, per gli hotel pieni ed i ristoranti affollati. Bene, bravi, bis! Ma non uno che renda merito a chi, queste Atp finals, le ha portate nella capitale subalpino. Già, tutti si sono scordati Chiara Appendino, sindaco pentastellato. E si sono scordati Alberto Sacco, l’assessore che aveva lavorato per conquistare l’appuntamento tennistico internazionale. Ed anche l’Eurovision.
Sic transit gloria mundi. E può darsi che i pentastellati non siano in grado di tradurre questa massima norvegese (o finlandese?), ma ciò che è più assurdo è che non sono neppure in grado di ricordare i meriti acquisiti. Non dovrebbe essere difficile, dal momento che i motivi di vanto non sono particolarmente numerosi.
E invece tutti ricordano le responsabilità per essere usciti di scena dalle Olimpiadi invernali 2026, la perdita di saloni e manifestazioni espositive varie, la demenziale politica delle piste ciclabili collocate male e in posti assurdi da un assessore che non aveva neppure la patente e che non capiva i problemi del traffico.
Errori a raffica, atteggiamenti non sempre simpatici, chiusura all’interno di un fortino autoreferenziale. Tutto vero. Però il tennis è arrivato grazie a Sacco ed Appendino. Che, perlomeno, meriterebbero un ringraziamento per la lungimiranza almeno in questa occasione. Non è corretto limitarsi a ricordare gli innumerevoli errori. Ma la correttezza, nella disinformazione italiana, fa parte degli atteggiamenti da eliminare grazie alla cancel culture.
Come non è corretto Malagò che ora si intesta i meriti dopo aver dimostrato in ogni occasione l’avversione per Torino. Come per la pista di bob a Cesana. Solo dopo l’intervento del governo si è rassegnato all’idea di sostenere la candidatura olimpica. Quella pista di bob che il Coni si era impegnato a trasformare nel centro nazionale di allenamento e gare. Salvo, poi, dimenticare completamente la promessa. Ma Malagò non se lo ricorda..