L’imprenditore del silenzio, Paolo Damilano, ha individuato la strategia vincente per conquistare il voto dei torinesi e diventare sindaco della capitale subalpina: un pranzo in ogni ristorante cittadino con foto di rito sull’edizione locale del Corriere della sera. Sarebbe interessante conoscere il nome del suo spin doctor, del suo ideatore della campagna elettorale.
E tra una portata e l’altra, Damilano lascia cadere le perle di saggezza sul futuro della città. Oddio, la monorotaia non ha suscitato grandi entusiasmi. E l’immenso scatolone per ospitare piste da sci in stile Dubai, anche meno. Forse perché vorrebbe collocarlo in un parco urbano e non in aree disabitate. Adesso, in attesa che rilanci l’idea della seggiovia per raggiungere la collina e le piste di downhill per scendere in città, potrebbe recuperare il cinerama. Tanto per recuperare i sogni dei bambini che hanno visto Italia 61.

Probabilmente lo spin doctor gli ha assicurato che il candidato piddino Stefano Lo Russo è così antipatico da spingere gli elettori di sinistra a votare chiunque altro pur di non farlo diventare sindaco. Oppure è davvero convinto che sia sufficiente conquistare – attraverso il Corriere – i voti della Crocetta e della Collina per vincere le elezioni. E pazienza se nei “quartieri bene” vive una minima parte della popolazione torinese. Al semicentro ed alle periferie Damilano penserà nell’ultima parte della campagna elettorale, quando – bontà sua – si degnerà di scendere a contatto con chi frequenta i mercati.
Sperando che i suoi consiglieri non gli suggeriscano di proporre la cancellazione dei mercati rionali per sostituirli con qualche colata di cemento per far ripartire l’economia subalpina.
Poi, con calma, si potrà persino render nota una eventuale idea del ruolo di Torino per i prossimi decenni. In rapporto a Milano ed a Lione, o a Genova, tanto per fare un esempio. Perché è davvero un po’ poco sostenere la necessità di una collaborazione. Parole in libertà, prive di concretezza. Collaborare come? In quali settori? Con quali priorità? Con quali ricadute?

È vero che i programmi elettorali non vengono mai realizzati, ma dimostrare almeno un briciolo di impegno non sarebbe male. Così, per far finta di avere studiato o per dimostrare che i soldi spesi per lo spin doctor non sono stati sprecati.