E va bene il distanziamento, e vanno bene le mascherine, e va bene il lavoro agile, ma un briciolo di lavoro in cambio dello stipendio si potrebbe anche fare. Invece il 3 aprile scorso era stata comunicata l’interruzione del monitoraggio sulla salute Spott2 sulle emissioni dell’inceneritore di Torino. I fans di Don Abbondio dovevano, evidentemente, occuparsi esclusivamente della propria salute, mica di quella dei cittadini che pagano le tasse e, di conseguenza, anche gli stipendi di chi dovrebbe controllare. Il progetto, secondo le promesse, sarebbe dovuto ripartire il mese scorso, al termine delle meritate vacanze, ma la ripresa è stata ulteriormente prorogata fino al 2021, alimentando le preoccupazioni dei residenti di zona Gerbido.
Enrico Forzese, di Fratelli d’Italia, attacca la Città Metropolitana, coordinatrice del progetto: “Il coronavirus ci ha insegnato che la salute dei cittadini viene al primo posto e che la prevenzione è fondamentale. Mentre quasi tutte le attività hanno ripreso il loro funzionamento, seppure in forma limitata, non riusciamo a comprendere quali siano gli ostacoli alla ripresa del programma di monitoraggio della salute Spott2.”
Forzese ricorda che “sin dall’avvio del progetto, l’inceneritore è stato più volte al centro delle preoccupazioni dei residenti di zona Gerbido: l’unico modo di rispondere alle richieste dei cittadini è controllare, monitorare e prevenire eventuali problemi. Sulla salute non è possibile ritardare i tempi all’infinito”. Per questo chiede che il monitoraggio venga immediatamente ripreso, a tutela dei residenti della zona più direttamente interessata. Ma anche di quelli dell’intera Torino.