Periodicamente Mino Giachino, ex sottosegretario alle infrastrutture e promotore della manifestazione a favore della Tav Torino-Lione, rilancia la sua proposta sulla creazione della Tav Valley, un progetto che dovrebbe favorire la collaborazione tra i centri di ricerca ed i poli innovativi di Piemonte, Liguria, Lombardia e del Rhône-Alpes sul versante francese. Ed immancabilmente i suoi interventi vengono totalmente ignorati. Benché il presupposto sia sacrosanto: creare una macroregione dell’intelligenza.
Presupposto sacrosanto, indirizzi sbagliati. Perché Giachino si ostina a rivolgersi, a Torino, proprio a chi ha lottato da sempre per impedire che nella capitale subalpina ci fosse spazio per l’intelligenza. Il conformismo ed il servilismo non hanno bisogno di intelligenza. La Tav è vista esclusivamente come un’opera in grado di garantire commesse pubbliche a chi non è in grado di confrontarsi a livello di mercato privato e concorrenziale. Certo, si sono sviluppati comunque dei centri di eccellenza, dei poli di intelligenza. Che, tuttavia, non possono fare rete perché il Sistema Torino ha paura di alleanze che possano mettere in dubbio il proprio potere assoluto.
Così, mentre a Torino si fa melina, a Lione sono arrivati i monferrini, guidati dal sindaco di Casale, Federico Riboldi. È la prima missione internazionale del neonato consorzio turistico GranMonferrato che raggruppa oltre un centinaio di attività turistiche del territorio, con la collaborazione dei comuni di Acqui Terme, Ovada e, appunto, Casale Monferrato. Perché a Lione? Per promuovere ulteriormente il tartufo bianco e ricordare che il tuber magnatum pico non è una esclusività di Alba e della Langa. La delegazione è stata accolta nel tempio della cucina, l’istituto intitolato a Paul Bocuse. A dimostrazione dell’alta considerazione lionese nei confronti di questo territorio piemontese. Perché anche il turismo e la ristorazione, per essere ad alto livello, devono valorizzare le intelligenze e le competenze.
Mentre, a Torino, gli interlocutori di Giachino continuano a far finta di non sentire e di non capire.