È sufficiente passeggiare sotto i portici di via Sacchi, a Torino, per rendersi conto di quanto dovrà lavorare Stefano Lo Russo, neo sindaco della capitale subalpina, non per rilanciare la città ma anche solo per restituire un briciolo di speranza ad aree sempre più vaste distrutte dalla cialtronaggine dei politicamente corretti. Quella gauche caviar che impone il pensiero unico obbligatorio e vieta di accorgersi delle risse quotidiane in via Nizza. Perché i protagonisti sono coloro che ci pagano le pensioni e, di default, non possono essere impegnati in risse.
Via Sacchi, invece, è il simbolo della resa. Di fronte all’impunità delle grandi risorse, di fronte al dormitorio in cui viene trasformata la parte porticata, la gente ha cominciato a disertare i portici ed i negozi, inevitabilmente, hanno chiuso. Serrande abbassate e nessuna illusione di riaprire. Però il politicamente corretto è come un cancro che si espande. Ed anche piuttosto rapidamente. Così il disagio è dilagato nelle vie adiacenti, si è esteso, allargato. E le chiusure si sono moltiplicate. Ma anche chi resta aperto deve fare i conti con una rarefazione dei passaggi e, dunque, dei clienti.
La pessima gestione del traffico cittadino indubbiamente non ha aiutato ad invertire la tendenza. L’ex assessore al Commercio, Sacco, aveva provato a portare nuove iniziative nella zona. Con risultati estremamente deludenti, per usare un eufemismo. Perché se una zona è degradata, ed in mano a gente irregolare ed impunita, non bastano 4 bancarelle a restituire la normalità ed il piacere di passeggiare e fare acquisti. Ma, ovviamente, non si poteva neanche pensarlo, per non irritare gli altri assessori che non vedevano e non capivano. Perché la realtà andava contro la loro visione del mondo e, dunque, bisognava negare la realtà.
Adesso rivoluzionare la situazione non sarà facile. Anche perché nella nuova maggioranza non mancano coloro che continueranno a negare il dato di realtà e si limiteranno ad inveire contro i negozianti che hanno chiuso le attività solo per un po’ di spaccio, un po’ di delinquenza, un po’ di racket, un po’ di accampamenti di clochard. E le eroiche truppe di Lamorgese non sembrano interessate né a via Sacchi né a via Nizza.