La disoccupazione in Italia è tornata ad aumentare. Lasciando una polpetta avvelenata a chi governerà dopo il 5 marzo
La grande truffa del jobs act si sta rivelando per quello che era: costosissima e del tutto inutile al di là dell’immagine immediata.
Disoccupazione generale al di sopra dell’11% e disoccupazione giovanile sopra il 30%
Siamo sul fondo delle classifiche europee. Il tasso di disoccupazione in Germania, per fare un confronto, è al di sotto del 4%.
Questi, però, sono i dati ufficiali. La realtà è decisamente peggiore. Perché è sufficiente aver lavorato una sola ora nella settimana di rilevazione per risultare occupati.
L’Italia è il regno della precarietà e, non a caso, aumenta l’occupazione a tempo determinato (anche per poche ore) e diminuiscono i lavoratori con contratto stabile. Non è certo il massimo. Perché la precarietà penalizza i consumi, frena la natalità, favorisce la fuga dei cervelli e dei giovani con qualche professionalità spendibile all’estero.
I politici, a partire da Gentiloni, per millantare risultati strabilianti ottenuti grazie a loro citano solo la parte delle statistiche che a loro fa comodo. Se 8 persone lavorano 1 ora in un solo giorno in una settimana, gli occupati risultano 8 anche se l’orario complessivo è quello di un solo lavoratore a tempo indeterminato. Spalmato nell’arco della settimana, con un orario normale di 40 ore, si potrebbe arrivare a 40 occupati per coprire l’attivita’ di un solo dipendente regolare.
In questo modo Gentiloni può anche sostenere che il numero degli occupati è tornato ai livelli ante crisi
Peccato che a smentirlo siano i dati, sempre ufficiali anche se si evita di renderli noti, relativi alle ore effettivamente lavorate. Rispetto al periodo ante crisi il calo è di 1,1 miliardi di ore. Un crollo, più che un calo.
Su questi dati bisognerebbe confrontarsi
Perché meno lavoro significa minor produzione, minori guadagni, minor capacità dei più giovani di crearsi una famiglia e di garantire un futuro a se stessi ed al proprio Paese.