BRIC. Una delle tante sigle inventate dal mondo della finanza. Se n’era iniziato a parlare all’inizio del millennio, con la prospettiva di ritrovarsi Brasile, Russia, India e Cina al vertice dell’economia mondiale intorno al 2050. Poi, nel 2009, la prima riunione ufficiale dei 4 a Mosca. E successivamente il quartetto divenne quintetto, con l’inserimento del Sudafrica. Le varie crisi della finanza internazionale avevano però marginalizzato i Brics, facendoli considerare una sorta di meteora già svanita.
Invece no. Il quintetto è vivo e lotta insieme a noi. Mentre Sua Mediocrità Mario Draghi e gli altri maggiordomi europei si gingillano con dichiarazioni prive di ogni riscontro con la realtà, rilanciate dai chierici di regime, i Brics continuano ad incontrarsi ed esaminano le sempre più numerose richieste di adesione. Egitto, Indonesia, Emirati, Nigeria, Argentina, Arabia Saudita, Kazakistan, Senegal, Thailandia. Già adesso i Brics raggruppano più del 40% della popolazione mondiale, con più del 20% del Pil. E l’ingresso dei nuovi Paesi cambia ulteriormente lo scenario. Tra l’altro tutti hanno chiesto che l’attuale G20, per guidare l’economia mondiale, non modifichi la composizione. In altri termini la Russia deve continuare a farne parte.
Da un lato, dunque, il servilismo atlantista nei confronti di Washington. Dall’altro il multilateralismo richiesto dalla maggior parte del mondo. E lo si è visto nei giorni scorsi alla riunione dei Paesi americani. Biden, che continua a considerarsi l’imperatore del mondo, ha deciso che Cuba, Venezuela e Nicaragua non fanno parte delle Americhe e non li ha invitati in California. Per protesta altri Paesi latinoamericani hanno rinunciato al vertice mentre il presidente del Messico si è rifiutato di partecipare ed ha inviato una delegazione. E lo stesso hanno fatto altri Paesi.
Anche il “cortile di casa”, secondo la dottrina Monroe, dunque si ribella. E, grazie ai soldi cinesi ed al commercio con il mondo non atlantista, rifiuta i diktat di Washington. Solo i maggiordomi europei accettano passivamente ed acriticamente di applicare le sanzioni che arricchiscono le multinazionali statunitensi. Solo i maggiordomi europei accettano di includere od escludere altri Paesi nelle varie associazioni internazionali a seconda degli umori del petomane di Washington. Il resto del mondo è convinto che il futuro debba essere basato sul multilateralismo. Una bestemmia per Sua Mediocrità e per i suoi chierici.